Coronavirus, la messa è trasmessa su Internet
«Sa che l’è proprio triste? “Mette angùscia” il fatto che per una settimana non ci siano messe» per evitare una diffusione del Coronavirus, dopo che anche in Ligurista sono emersi dei casi di contagio. La signora Rosina, arzilla ultraottantenne, immancabilmente ogni mattina alle nove, partecipava alla messa nella chiesa di S. Antonio nel centro di Genova. «Quand’ero giovane davanti a queste calamità i santi sacerdoti di allora intensificavano le messe e le preghiere per allontanare questi pericoli, ora invece chiudono le chiese». La signora Rosina è perplessa e preoccupata al tempo stesso perché, da lunedì appunto, anche i sacerdoti della Liguria applicano l’ordinanza dei vescovi e hanno sospeso ogni celebrazione fino a tutto domenica 1 marzo.
Ma si prega lo stesso e numerosi sacerdoti trasmettono le messe in diretta streaming dalla propria parrocchia. Ne citiamo alcuni: monsignor Giacomo Martino, parroco della chiesa di San Tommaso e responsabile diocesano della Migrantes, sul social network, scrive: «Nella vita serve sempre un piano “B” pronto, che consiste nella celebrazione della messa tutte le sere alle 18.30 e la domenica alle 10.30 sul nostro canale Internet YouTube».
Don Roberto Fiscer, della SS. Annunziata del Chiappeto e anima di ‘Radio fra le note’, informa invece che «la Santa Messa andrà in onda su Radio Fra Le Note». Anche il catechismo si farà in diretta alle 17 nei giorni di martedì, mercoledì e venerdì, e con gli educatori sabato alle 15, in diretta alla radio. Il parroco di Sturla don Valentino Porcile celebra la messa in diretta web ogni sera alle 19. «Cari amici – ha scritto – la sospensione delle celebrazioni pubbliche non sospenda la nostra preghiera, anzi, la intensifichi ancora di più. Noi sacerdoti continuiamo a pregare ogni giorno come sempre, anzi – spiega don Valentino in un post – lo facciamo ancora di più. Celebriamo messa da soli, offrendo tutto quello che abbiamo e siamo, affinché questo momento di emergenza passi il prima possibile e nel modo migliore».
In Liguria le chiese rimarranno aperte, ma saranno sospese le celebrazioni eucaristiche fino alla mezzanotte di domenica 1 marzo, come sospesi saranno incontri, iniziative, riunioni e attività catechistiche, convegni e riunioni di formazione a livello diocesano. Chiuse le scuole e l’Acquario, Genova appare una città deserta con strade libere, traffico inesistente. Al Centro commerciale di Fiumare, sui tre piani di negozi ho incontrato non più di una decina di persone. Non così ai supermercati, dove ho assistito a scene da fantascienza: scaffali della pasta, del latte della frutta e della verdura semivuoti e un concentrato pauroso di umanità che riempiva carrelli, borse. Zaini che tracimavano di tutto: da uno sbucavano bottiglie di detersivi per piatti e dentifrici in quantità industriale.
Il 25 febbraio si è verificato il primo caso conclamato di Coronavirus in Liguria: si tratta di una donna di 72 anni, turista, proveniente da Castiglione d’Adda adesso ricoverata al San Martino di Genova. «È in buone condizioni», assicura il governatore Toti. La signora era in un albergo di Alassio dall’11 febbraio, parte di una comitiva, proveniente da alcune delle zone considerate a rischio contagio. Si sta ricostruendo il suo percorso, chi ha incontrato, dove sia stata e quando. A quel primo caso, ne sono già seguiti altri. Ieri sono state portate in ospedale altre tre persone: secondo quanto riferito, alcuni presenterebbero sintomi riconducibili al coronavirus, in particolare febbre, mentre una terza sarebbe in condizioni migliori.
Per affrontare l’emergenza da alcuni giorni sia al San Martino sia nell’ospedale pediatrico sono stati allestiti tendoni appositi. Un altro caso è segnalato a La Spezia, si tratta di un uomo di 54 anni risultato positivo al test, che domenica 16 febbraio era stato a Codogno per lavoro insieme ad alcuni colleghi. C’è comunque massima attenzione e tutti sono invitati a rispettare le direttive date dalla Regione.