Coronavirus, in bici per gli altri

Maria Pia Viola, 27 anni, di Napoli attraversa la sua città in bici per aiutare persone anziane sole e i più poveri.

La pandemia esplode e Maria Pia Viola, 27 anni, con un laurea in Scienze politiche e un master in progettazione sociale decide di restare in centro nella sua città: Napoli. Lavora e vive da sola, ma avrebbe potuto rifugiarsi e stare al sicuro a casa dei suoi genitori in periferia. Per scelta sale sulla sua bici azzurra e comincia a scorrazzare alla ricerca dei più soli e abbandonati nella II° e III° municipalità. Gli anziani con disabilità motorie non possono uscire sebbene durante l’isolamento forzato si potesse andare a fare la spesa, acquistare medicinali, fare visite mediche.  Maria Pia con l’associazione da lei fondata le Viole di Partenope provvede. Consegna medicine, la spesa, il kit della donna e dei bambini che contengono beni per l’igiene intima e fogli e colori per disegnare.

Bici Storie maria-pia-viola-in-bici

«Un giorno – racconta Maria Pia – chiamo la Croce rossa per una informazione e l’operatore, quasi in lacrime, mi risponde che non ce la faceva più. Hanno bisogno di qualcuno che consegni medicinali. Cosa posso fare per te? È la mia risposta ed è per questo che inizio a consegnare medicinali non salva vita ma necessari per la pressione e altro».

Con tutte le precauzioni, guanti e mascherina, rischia il contagio da coronavirus perché incontra molte persone ma è più forte il senso di donazione soprattutto per i molti anziani soli.

«Per tenergli compagnia li chiamo spesso al telefono inventandomi ogni scusa, anche che mi sento sola, in parte è vero lo ammetto, così in loro scatta un senso di protezione materna. A volte, mi fermo vicino al mare e gli faccio sentire il rumore delle onde perché loro non possono uscire per ascoltarlo. Quel suono per loro è evocativo, riporta alla mente tanti ricordi.                                                                                   al-mare-maria-pia-viola

Quante storie d’amore mi hanno raccontato! Alcuni provano invidia perché non possono vedere il mare come me. Altri mi implorano di tornare a casa per non rischiare la salute. “Non pensare a noi – mi dicono  -. Noi la vita ce la siamo fatta!”. Ad una nonna di 78 anni faccio scaricare WhatsApp sul cellulare. Così una domenica la trascorro in sua compagnia anche durante il pranzo, sebbene a distanza, ma è stato come aver mangiato con la sua famiglia».

Per comprendere la scelta di Maria Pia bisogna tornare qualche anno indietro. Sebbene giovanissimainsegna in una scuola bene di Napoli. Ha il suo stipendio e la sua indipendenza, ma quell’ambiente così borghese, di ragazzi che, perché pagano una retta, pretendono la promozione non gli piace. Lascia tutto e ricomincia. Grazie al sostegno di Assogioca si specializza in progettazione sociale e fare bandi per le fasce più deboli e a rischio della città le riempie la vita di un orizzonte di senso. Sono incontri con gente vera, con bisogni reali, con cui si costruiscono relazioni autenticamente umane.

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«Adesso con la pandemia da coronavirus scopro nuove debolezze della città. Guardare negli occhi un povero è diverso, ti cambia la vita. È dura per me trovare cibo per loro senza avere soluzioni, ma mi sento rafforzata come persona. Scopro anche le debolezze dell’abbandono. Anche io ne soffro perché sono rimasta sola in città ma una persona anziana mi ha aiutato raccontandomi la sua sensazione di paura. Mi spiegava che durante la guerra non era sola perché aveva la famiglia. Ora non aveva nessuno. Ho superato la mia solitudine pensando alla sua. L’ho chiamata tutti i giorni. Mi sentivo in dovere. È stato carino per lei e per me».

Qual è la motivazione più profonda per cui fai volontariato? «Per amore di mia nonna di cui porto lo stesso nome, Maria Pia. Mi ha lasciato troppo presto ma mi ha insegnato a fare le cose per amore. Avrebbe voluto che una sua nipote avesse seguito, nel suo piccolo, la sua propensione a servire il prossimo. Mi spinge anche il forte amore per la mia città spesso etichetta con pregiudizi ingiusti solo su malaffare e corruzione. Si ripulisce questa immagine facendo del bene. Lo faccio perché ci credo».

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