Coronavirus, la solidarietà non si ferma

Sono tempi di forti limitazioni e necessità, dove possiamo constatare la forte risposta della Chiesa e del volontariato che, pur rispettando le distanze di sicurezza, non bloccano i servizi necessari per i più poveri

L’emergenza Coronavirus non frena la solidarietà: sono molti i volontari che in questi giorni, nel pieno rispetto delle norme vigenti, non hanno smesso di occuparsi delle persone povere. #Vorreistareacasa è l’hashatag lanciato sui social per sensibilizzare tutti ad aiutare coloro che vivono senza fissa dimora e, più in generale, gli indigenti.

L’Elemosineria Apostolica, che ha deciso di chiudere temporaneamente al pubblico i suoi uffici, non ha invece interrotto l’aiuto ai poveri, che potranno lasciare le proprie lettere nella cassetta postale all’ingresso di Sant’Anna, mentre il card. Krajewski ha messo a disposizione il suo numero di cellulare per consentire a chi è nel bisogno di contattarlo. «Non siete soli» è il messaggio che l’elemosiniere del papa ha voluto inviare a tutti. Per questo sono stati lasciati aperti docce e bagni per le necessità dei poveri mantenendo, naturalmente, le distanze di sicurezza. Cambia, invece, la modalità di distribuzione dei pasti, che viene anticipata rispetto agli orari serali: si esce per la consegna con un’ora di anticipo, in modo da non creare file di persone. Viene offerto un sacchetto, chiamato il ‘sacchetto del cuore’, perché preparato con amore. All’interno un panino, due banane, le mele, del tonno, che viene consegnato a mano.

Papa Francesco, tramite il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, ha donato 100 mila euro alla Caritas Italiana per fronteggiare la fase di emergenza, espressione, questa, del sentimento di vicinanza e incoraggiamento verso tutti coloro che prestano aiuto a favore dei poveri e delle persone più vulnerabili della nostra società.

Anche la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha stanziato 10 milioni di euro, provenienti da donazioni e dall’otto per mille, a favore delle 220 Caritas diocesane e, accogliendo una richiesta di sostegno della Fondazione Banco Alimentare Onlus, ha deciso di stanziare mezzo milione di euro a favore delle attività di una rete che comprende 21 Banchi in tutta Italia.

Per non abbandonare i più fragili, in questi giorni la Caritas italiana ha dovuto rimodulare i suoi servizi, senza mai chiuderli. A Roma, la Caritas ha concordato con la Asl e la Regione Lazio dei protocolli sulla falsa riga di quelli adottati dalle Caritas del nord (Milano, Lodi, Cremona) che per prime hanno dovuto affrontare l’emergenza. Per quanto riguarda le mense, all’esterno viene distribuito un sacchetto contenente un pasto caldo, mentre all’interno sono accolti i disabili che hanno un tavolo a persona. Negli empori, mentre prima si distribuiva la spesa per una settimana, ora si arriva per appuntamento per evitare code e si consegna la spesa per un mese.

I centri di ascolto restano aperti, ma si riceve una persona per volta, per appuntamento. Ove possibile, l’ascolto avviene tramite telefono. Anche per l’assistenza domiciliare agli anziani si è previsto di stare loro vicini telefonicamente e di andare a domicilio solo per consegnare medicine o alimenti, portandoli sulla soglia, ma senza entrare nelle abitazioni.

Un ruolo centrale hanno i medici presenti negli ambulatori, con i quali sono state realizzate le linee guida per le parrocchie. Nel Centro poliambulatorio entrano solo coloro che devono essere visitati, l’accoglienza avviene fuori. Fondamentale il ruolo dei medici che sempre più diventa un ruolo di prossimità: oltre alle cure, si danno informazioni utili per la gestione dell’emergenza e per tranquillizzare, per quanto possibile, le persone.

Continua il lavoro della fitta rete di volontari che quotidianamente si fanno prossimi alle persone più vulnerabili come la Comunità di Sant’Egidio, il centro Astalli, l’associazione Per la strada”, che da oltre 24 anni distribuisce la cena ai senzatetto delle stazioni Roma Termini e Roma Ostiense. Anche in questi casi, i pasti vengono dati al sacco secondo un metodo di consegna che rispetti le distanze imposte dai protocolli.

Nella chiesa di San Calisto a Trastevere, osservando tutti i protocolli necessari per contenere il virus, tante persone senza dimora trovano accoglienza grazie alla Comunità di S. Egidio, che ha anche pensato il programma “Viva gli anziani” per offrire supporto a 3.000 anziani con telefonate e consegna gratuita della spesa.

Infine, c’è quella che don Benoni Ambarus, direttore della Caritas di Roma, ha chiamato la “carità artigianale”, il buon vicinato, le tante iniziative dei giovani che si recano, sempre a titolo gratuito, a fare la spesa per gli anziani della città.

L’emergenza Coronavirus rischia, però, di provocare, nelle varie regioni italiane, un calo delle scorte di sangue dovuto alla paura di uscire di casa per recarsi nei centri trasfusionali. #vieniadonare è l’hashtag lanciato da Avis, una campagna social per sensibilizzare alla donazione e fronteggiare il calo di scorte di sangue registrato a seguito della diffusione del Coronavirus. Ai tanti appelli rivolti ai donatori, si è aggiunto anche quello del capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, che ha dichiarato: «Donare il sangue è un gesto fondamentale che salva vite umane e che, nonostante l’emergenza data dal Coronavirus, avviene in assoluta sicurezza».

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