Cornelia svenuta
Pompeo è di ritorno dalla guerra civile persa contro Cesare, e ha tutti i pensieri dell’uomo di valore appena uscito da una pesante sconfitta.
Pompeo è di ritorno dalla guerra civile persa contro Cesare, e ha tutti i pensieri dell’uomo di valore appena uscito da una pesante sconfitta. Nel guadagnare la via di casa tenta di sottrarsi allo sguardo dei più, sia perché ha il timore di cadere in qualche agguato, per via dei molti nemici che può avere un uomo potente come lui, sia perché vuole evitare l’onta che ogni clamorosa disfatta si porta dietro. In questa lancinante situazione si rende conto che la dea Fortuna gli sta facendo pagare ora quello che gli ha copiosamente donato in passato e l’unica speranza che alberga nella sua penosa coscienza è di morire presto, nel modo più dignitoso possibile.
Un pensiero sapiente lo attraversa: colui che fonda la vita sul successo, deve essere pronto a morire con esso, giacché è troppo duro da sopportare il cadere nella polvere dopo essersi lasciati cullare dal lustro della gloria. Attraversa l’ultimo campo prima di arrivare alla porta di casa e le ancelle gli si prostrano davanti, lamentandosi contro il fato che ha scritto tale infelice destino per il proprio signore. S’affaccia Cornelia, la moglie tanto amata, e alla vista del marito perde i sensi, sopraffatta dal dolore. È il momento della verità, l’unica, quella che affiora inevitabilmente quando si è toccato il fondo. Pompeo sprona Cornelia a reagire, a provare soprattutto ora l’autenticità dell’amore che li ha legati. D’altronde, si piange l’assente; si rimpiange cosa non c’è più. La dea Fortuna ha abbandonato Pompeo, la gloria e la vittoria sono fuggite. Cornelia piange loro? Era a loro che rivolgeva il proprio affetto? Pompeo è ancora lì, bisognoso più che mai dell’amore della sua Cornelia, la quale può dimostrare con onestà il suo amore disinteressato, a prescindere dal successo di Pompeo.
Non si tratta di una telenovela strappalacrime ma della stupenda narrazione che Marco Anneo Lucano fa dell’epilogo della guerra civile romana da parte di Pompeo. Una pesante sconfitta è l’occasione per tornare sul senso della vita e scoprire che alla fine di ogni cosa il legame più forte è quello saldato dall’amore. Si tratta di una forza inestinguibile, che non si compra né si arruola, né si negozia. I romani sapevano bene che la fortuna gira, le vittorie s’alternano alle sconfitte, la gloria è soppiantata dal disonore, ma quello che veramente rimane inalterato è l’amore gratuito e disinteressato. Una lezione antica di cui non si dovrebbe mai dimenticare l’insegnamento.