Coraline e la porta magica

Coraline e la porta magica

Coraline è una ragazzina simpatica ed intraprendente, ancora attratta dal mondo fantastico della fanciullezza. I genitori sono super-occupati e lei si aggira per casa sola e annoiata. L’avvolge un’atmosfera cupa, che anticipa l’avventura impegnativa, tutta interiore, che l’aiuterà ad inserirsi meglio nella realtà che la circonda.

Una porticina scoperta in casa, murata di giorno e aperta di notte, le permette di accedere ad un mondo tanto meraviglioso, quanto il suo è grigio. Però, la nuova mamma si rivela una strega, che le chiede di cucirle gli occhi, per limitarla ad una visione stabilmente infantile, non aperta ad una consapevolezza maggiore. L’impresa di Coraline ricorda la discesa agli inferi di certe eroine dei miti greci. Anche lei, come loro, potrà ritornare nel mondo normale, solo superando tre prove, e il loro successo le darà una carica vitale nuova.

Come si vede, si tratta di una fiaba che affronta il tema antico, sempre attuale, della maturazione della personalità femminile. Lo fa con un linguaggio post-moderno e ricercato. Il film presenta numerose scene ricche di originalità e cariche della tensione tipica dei luoghi incantati, che attraggono e spaventano insieme. Ci sono, anche, dei personaggi secondari assai curiosi e delle macchine ingegnose, che si rifanno a suggestioni e ricercatezze del cinema di anni fa. Henry Selik, infatti, nel curare l’adattamento cinematografo di questo racconto, noto nel mondo anglosassone, ha voluto rifarsi allo stile gotico dell’animazione Nightmare before Christmas, che fu famosa, a suo tempo, e di cui egli fu coautore con Tim Burton. Forse, anche l’attuale lavoro avrà successo fra gli adolescenti, che hanno gli stessi problemi della protagonista, e fra gli adulti interessati al genere.

 

Regia di Henry Selick.

 

Valutazione della Commissione nazionale film:

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