Convivere o sposarsi?
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La nonna
Ci siamo incontrati giovani, 5 anni di fidanzamento con lunghi periodi in città diverse e tante lettere. Più ci conoscevamo, più si faceva concreto un progetto di vita insieme e non vedevamo l’ora di realizzarlo! Oggi la realtà è diversa, non so capire i motivi che rendono i giovani così poco progettuali per la loro vita sentimentale. Abituati a un tenore agiato a casa dei genitori, i giovani fanno fatica a staccarsi. Ma non sono solo motivi economici. Forse la nostra generazione non ha dato un esempio di belle famiglie, e molti giovani hanno vissuto sulla loro pelle separazioni e divorzi. Già la decisione di andare a convivere sembra un passo verso una vita da “grandi”.
Certo, nella convivenza, rimane una certa precarietà, quasi una prova di compatibilità. Che dire? In tutte le scelte bisogna fare un progetto e a quello attenersi. Si è disposti a fare sacrifici per raggiungere la forma fisica o per ottenere il lavoro. Nella vita privata e nella scelta del partner, invece, è venuta meno questa determinazione. Perché? Forse troppa libertà e mancanza di regole in campo sessuale hanno causato delusioni e sofferenze. Molti giovani sono stati scottati da relazioni superficiali e non riescono più a fidarsi dell’altro, dell’altra. Certi matrimoni affrontati con superficialità hanno portato a grandi sofferenze. La Chiesa con l’Amoris Laetitia ha toccato le criticità della famiglia, ma anche le sue bellezze. Infatti solo una vita felice con il compagno o la compagna della vita dà serenità ed equilibrio ai due, ai figli e alla società intorno. Penso che saranno proprio le coppie che scelgono il matrimonio in maniera gioiosa, responsabile e con fiducia nel domani, che potranno dare ai giovani quella testimonianza positiva che li aiuta a fare scelte coraggiose e appaganti.
Il nipote
Il matrimonio divide la tua vita in due, niente sarà più come prima. Con le nozze infatti gli sposi decidono di creare un legame duraturo. Da quel momento nessuno prenderà decisioni da solo, ma tutto verrà discusso all’interno della coppia. Le decisioni importanti saranno prese per il bene della famiglia e non del singolo.
Ognuno ha responsabilità verso l’altro. Troppe responsabilità? Il matrimonio mette paura, diciamolo. Tante persone sono spaventate da quello scambio di anelli e cercano di ritardare la scelta . Uno dei motivi potrebbe essere economico, in periodo di crisi, con la scelta di ritardare la grande festa di unione della coppia, che molto spesso per la sua enorme spesa mette in crisi le neo-famiglie, e iniziare intanto con la convivenza. Tuttavia credo che la scelta di posticipare il matrimonio nasca dal timore del vincolo: «E se dovessi cambiare idea? Se dovesse finire?». Queste paure sono aumentate con la crescita dei divorzi.
Una volta il matrimonio era visto come un passo obbligatorio da fare. Oggi non è più così. Si preferisce fare una prova di convivenza prima di sposarsi: «Vediamo come va e capiamo se può funzionare». Effettivamente questo pensiero non è sbagliato. Molto spesso si può credere che l’amore della nostra vita sia uno: però quando non ci si limita più solo a uscire la sera con la persona che ci piace, ma anche a conviverci, allora si cambia idea.
Credo che convivere vada bene per un periodo iniziale di prova, per vedere se effettivamente potrà esistere un rapporto di coppia duraturo, ma poi deve arrivare il momento del matrimonio, perché niente può sostituire la promessa che ti permette di approfondire la vita di coppia e vivere l’amore senza timore.