Il convegno di Pompei a vent’anni dalla Rosarium Virginis Mariae

A distanza di vent’anni dal 16 ottobre 2002 quando San Giovanni Paolo II firmò, durante l’udienza generale in Piazza San Pietro, la Lettera apostolica “Rosarium Virginis Mariae” dedicata al Santo Rosario il 19 ottobre si è tenuto nella Sala Marianna De Fusco del Santuario di Pompei, un convegno dal titolo “Contemplare Gesù con gli occhi di Maria”.

Pomeriggio davvero speciale quello vissuto a Pompei il 19 ottobre 2022. Centinaia di devoti della Madonna del Rosario e di aderenti al Movimento dei Focolari hanno partecipato, nella Sala “Marianna De Fusco”, adiacente il santuario mariano, al convegno organizzato per ricordare il XX anniversario della lettera apostolica di San Giovanni Paolo II “Rosarium Virginis Mariae”, pubblicata il 16 ottobre 2002.

In quell’occasione, in piazza San Pietro erano presenti 1500 pellegrini pompeiani, guidati dall’allora arcivescovo Domenico Sorrentino, e una delegazione del Movimento dei Focolari, con la fondatrice Chiara Lubich, oggi Serva di Dio.

Durante l’udienza del mercoledì, Papa Wojtyla, già provato nel fisico, firmò la lettera apostolica davanti alla venerata icona della Madonna di Pompei, che lui stesso aveva voluto accanto e affidò al santuario di Pompei e al Movimento dei Focolari il rilancio del Rosario, “via privilegiata di contemplazione ed assimilazione del mistero di Cristo”, che “concentra in sé la profondità dell’intero messaggio evangelico, di cui è quasi compendio” (RVM, 1).

All’incontro, organizzato nell’ambito delle celebrazioni per l’Anno longhiano, a centocinquanta anni dall’arrivo del Beato Bartolo Longo a Pompei (ottobre 1872), hanno preso parte l’arcivescovo della città mariana, Tommaso Caputo, l’arcivescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, Domenico Sorrentino, e la dottoressa Margaret Karram, presidente del Movimento dei Focolari,

Come ha ricordato Mons. Caputo, il fondamento stesso del santuario di Pompei è proprio il Rosario, indicato dalla Vergine come strumento di salvezza nell’ispirazione interiore ascoltata dal fondatore, il beato Bartolo Longo, proprio centocinquanta anni fa: “Se cerchi salvezza, propaga il Rosario. È promessa di Maria. Chi propaga il Rosario è salvo!”. «Egli – ha affermato –, sospinto dallo Spirito Santo, interiorizzò quelle parole e scoprì la volontà di Dio su di lui. Non lasciò più Pompei. Da quel momento e per tutta la sua lunga vita, nella costante fedeltà all’ispirazione iniziale, egli divenne strumento di un progetto di Dio, mediato da Maria; un progetto ogni giorno più sorprendente e degno di stupore».

L’intervento di Mons. Sorrentino ha spaziato nella Lettera apostolica di Papa Wojtyla, illuminandone alcuni aspetti particolari: «Nel Rosario c’è la salvezza! […] In questo momento, segnato dalla guerra in Ucraina comprendiamo che la nostra umanità è uscita bella dalle mani di Dio ed è stata deturpata dal peccato originale e dalla violenza fratricida tra Caino e Abele. È stata poi una sequenza infinita di episodi di violenza. E lo è ancora oggi». «Nella frase di Maria a Bartolo Longo, “Chi propaga il Rosario è salvo!” – ha sottolineato – la Madonna gli riconsegna Dio per ridonarlo all’umanità. (…). Nella “Rosarium Virginis Mariae”, Giovanni Paolo II, come il Papa del Rosario Leone XIII, diede al Rosario due missioni: la famiglia e la pace. La famiglia non intesa solo come legame coniugale, ma come unione generale del mondo. E la pace cosmica, sociale, universale».

Anche Margaret Karram ha parlato del Rosario come “preghiera di pace”: «Ciò che mi ha colpito di più oggi della Lettera Apostolica “Rosarium Virginis Mariae”, a vent’anni dalla sua pubblicazione, è la sua straordinaria attualità ed in particolare, l’accorato appello a pregare il Rosario per chiedere alla Vergine il dono della pace. E non potrebbe essere diverso, in questi mesi in cui stiamo vivendo “in diretta” il dolorosissimo conflitto tra Russia e Ucraina alle porte dell’Europa, ma non solo, se pensiamo anche ad altri Paesi più o meno raccontati dai media come Yemen, Siria, Libia, Afghanistan, e altri».

Nello scorrere delle giornate, in cui ogni persona è sempre così carica di “cose da fare”, è sempre più necessario recuperare la dimensione della spiritualità. «Vi confido – ha continuato Karram – che recentemente ho sentito più forte che mai il richiamo a ricercare il rapporto con Dio, a dar tempo alla preghiera. Mi sono accorta che a scandire le mie giornate era un’agenda fitta di appuntamenti e, dovendo scegliere a cosa dare precedenza, ho sentito dentro il richiamo all’essenziale, a radicarmi in Dio: Colui per il quale ho scelto di vivere. Solo così, ne ero certa, avrei potuto dare il mio contributo per indirizzare la mia vita e quella del Movimento dei Focolari sempre più verso il Vangelo, radice di tutto. È nata da qui l’esigenza di proporre a tutto il Movimento dei Focolari per i prossimi mesi, di approfondire la vita interiore e la preghiera, perché singoli e comunità intere possano riscoprirla e viverla come vero colloquio e sincero dialogo con Dio.

Al termine del convegno, i partecipanti hanno raggiunto il Santuario, dove insieme hanno recitato il Santo Rosario, guidato dal Rettore, monsignor Pasquale Mocerino. La giornata si è conclusa con la concelebrazione della Santa Messa presieduta dall’Arcivescovo Sorrentino.

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