Convegno Domenico Mangano
Saremo in grado di decifrare il senso politico della fraternità universale? Sì, se raccoglieremo questa sfida con la stessa passione di Domenico Mangano. È questa la provocazione del vescovo di Viterbo, mons. Lorenzo Chiarinelli. L’anno sta per terminare nella città laziale, Natale si avvicina: il momento migliore non tanto per celebrarne la memoria – come afferma Paolo Lòriga di Città nuova, moderatore dell’incontro -, quanto un’occasione di confronto e approfondimento dei tanti stimoli suscitati dalla figura di Domenico Mangano, per continuare a camminare seguendo le sue tracce. All’appuntamento non manca il prof. Agostino Moscatelli, presidente diocesano del Movimento ecclesiale di impegno culturale, legato a Domenico Mangano da quarant’anni di amicizia profonda, dalla condivisione dei valori evangelici e dall’impegno sociopolitico. Domenico era un fratello per me – ha affermato -; ci eravamo conosciuti nel 1962, in Città nuova n.3 2007 36 un periodo di contestazione e di profonda ricerca. Ricordo che, assetati di giustizia sociale, abbiamo divorato molti libri per formarci alla politica, insieme con i giovani dell’Azione cattolica viterbese. La maturità, il matrimonio e la famiglia per entrambi. In sua moglie, Pia, ho trovato una sorella. Ero quasi sempre a casa loro, ricorda con emozione. La condivisione dell’impegno politico e sociale li porta a stare vicino agli ultimi, a preferire la quotidianità della gente, quella più indifesa . Questa preferenza si concretizza nel luogo di lavoro di Domenico, l’Inps di Viterbo, nelle attività di volontariato all’Unitalsi e al carcere di Viterbo, ma anche, qualche anno più tardi, nella vita politica, come consigliere comunale prima e poi come assessore alla sanità e ai servizi sociali. È intorno alla metà degli anni settanta che Domenico incontra i Focolari. Lo rammenta, con commossa partecipazione, Pino Quartana, presidente internazionale del movimento Umanità Nuova: Domenico, mia moglie Mariele e io abbiamo lavorato insieme per oltre vent’anni. Era il vero laico, il laico cristiano coerente, attento e sensibile. Il laico competente, che entra nei problemi analizzandoli a fondo, con responsabilità e professionalità, ma anche con equilibrio. Domenico vedeva il positivo sempre e ovunque, perché si abbandonava fiducioso a Dio. L’attività intensa di Domenico all’interno di Umanità Nuova riguarda dapprima l’ambito della sanità, negli anni in cui era assessore comunale nella sua città, poi pian piano si estende alla realtà politica. La politica era Amore con la a maiuscola per Domenico – afferma Lucia Fronza Crepaz, presidente internazionale del Movimento politico per l’unità -. Amore per l’umanità e per il fratello. Amore per la sua città, Viterbo, anche se era nato in provincia di Potenza, e amore per tutte le città. In qualunque luogo si tro- vasse, Domenico sentiva di appartenere a quel popolo, che diventava la sua gente. La spiegazione del concetto di politica per Domenico era l’utopia. Non nel senso di non luogo, ma di luogo del bene. Ma questa politica per Domenico Mangano, passava anche alla penna. Ha sempre nutrito grande passione per la scrittura – ricorda Paolo Lòriga -, collaborando sin dagli anni Sessanta con alcune riviste e quotidiani viterbesi sulle tematiche del disagio sociale dei cittadini. Poi, tra il 1988 e il 1993, scrive su Città nuova oltre sessanta articoli dedicati ad argomenti di attualità politica, per cercare di dare voce e risposte a quanti, tantissimi, interpellavano continuamente la sua coscienza . Lucia Fronza Crepaz, nel congedarsi, ha ricordato la definizione che Dossetti da dell’uomo politico: una sentinella, che cammina con la comunità in una foresta nera, buia e piena di ostacoli. Tutti faticano, sanno che c’è una meta, ma la strada non è facile. Ogni tanto la sentinella sale su un albero, guarda e vede la meta. Ma anziché restare sull’albero, la sentinella scende, racconta a tutti ciò che ha visto e li sprona a continuare il cammino. Lucia Fronza Crepaz applica questa definizione a Mangano: Succedeva così anche con Domenico; ogni tanto ci lasciava, vedeva la meta e poi tornava e ci diceva: Ho visto, andiamo avanti. VITERBO E DOMENICO L’incontro cittadino dedicato alla figura di Domenico Mangano, a cinque anni dalla sua scomparsa, ha avuto luogo il 21 dicembre 2001. Un appuntamento svoltosi al Teatro San Leonardo al quale hanno partecipato quanti lo hanno conosciuto come cittadino, amministratore pubblico per dieci anni e, per quasi trenta, impegnato in Umanità Nuova, espressione sociale dei Focolari. Molti dei duecento partecipanti, attenti, commossi e assorti, hanno conosciuto un nuovo volto di Mangano. Non conoscevo questi aspetti di Domenico è stato il commento più diffuso di ex colleghi, vicini di casa, parenti e amici viterbesi ai familiari.