Controcorrente, ma insieme

Visita di Maria Voce e Giancarlo Faletti nel Centroamerica. Giovani democrazie con gravi problemi di maturazione e di crescita. La speranza che viene dalla vita di comunità motivate.
Maria Voce in Guatemala

Si conclude il viaggio di Maria Voce e Giancarlo Faletti, presidente e copresidente dei Focolari, in Guatemala, prima tappa di un periplo latino-americano che prosegue ora in Messico, Colombia e Argentina. Qui in Guatemala la presidente ha incontrato autorità civili ed ecclesiali, i responsabili di diversi movimenti ecclesiali, un folto gruppo di giovani e altri ancora.

Il culmine lo si raggiunge nell’appuntamento con le diverse comunità del movimento in Centroamerica. Sono in effetti più di 600 persone a intervenire, provenienti dai cinque Paesi che costituiscono, a propriamente parlare, il Centroamerica, e cioè Guatemala, Honduras, Belize, Salvador e Nicaragua. Sono arrivati quasi tutti in macchina o in pullman, anche con un giorno e una notte interi di viaggio. Spesso con difficoltà economiche, ma anche di sicurezza: un’auto con cinque uomini a bordo, proveniente dal Salvador, poco dopo il passaggio della frontiera è stata assaltata da una delle tante bande armate che rendono le strade insicure da queste parti: minacce a mano armata, tutti a terra, nessun si muova, fuori i portafogli, via orologi, computer e telefonini. È andata bene, gli hanno lasciato i documenti e la macchina… Dice uno degli uomini spogliati di tutto: «Ho pensato che dovevo dare la vita per quelle persone che mi stavano legando le mani».

 

I Paesi di provenienza vengono presentati in stand multicolori nel parco del Centro Mariapolis a Ciudad de Guatemala. C’è chi presenta manufatti artigianali e chi invece le specialità culinarie; chi espone le proprie ricchezze culturali e archeologiche, e chi ha preferito insistere sulle ricchezze economiche e sociali. Cosa emerge di comune? La ricchezza delle culture e delle tradizioni; la giovinezza della popolazione; una fede cristiana radicata da secoli; una ricerca progressiva d’una convivenza democratica soddisfacente. In quest’ultima espressione riassuntiva si possono leggere, in negativo, l’insicurezza, la precarietà economica, la corruzione, la crisi della famiglia, la banalizzazione dei rapporti uomo-donna, l’alcolismo, il narcotraffico… (a questo proposito, vedi anche l’articolo pubblicato nei giorni scorsi su questo sito: “Guatemala mite e violento”).

 

Una fantasmagorica festa multicolore mette in evidenza la dimensione comunitaria della presenza dei Focolari nella regione. E il carattere giovanile delle comunità: la presenza di tanti ragazzi e giovani rende anche gli adulti e gli anziani più giovani. La festa centroamericana non è semplicemente una festa qualunque, ma è un vero e proprio festival, in cui s’espongono le bellezze e i patrimoni culturali: una terra bella, fertile, ricca, popolata da etnie d’ogni genere, parlata da lingue le più diverse, coloratissimi abiti, cappelli, maschere… Festival, dunque, che quest’oggi diventa bellezza e serenità e pace, proprio lì dove troppo spesso sembrano mancare proprio bellezza e serenità e pace. Festival in cui ognuno trova il suo posto, ogni Paese trova il modo di esprimere e donare la propria ricchezza, con stand, canti e danze, poesie e costumi. Fino all’apoteosi finale dei fuochi d’artificio.

 

Dopo la festa coloratissima, Maria Voce e Giancarlo Faletti dialogano coi 600 presenti, rispondendo a domande impegnative. La presidente commenta a caldo, sottolineando le grandi diversità esistenti tra i popoli e in ogni popolo: «I vostri popoli mi sembra che abbiano un destino: quello di mostrare come sarebbe l’umanità se tenesse conto delle ricchezze di ognuno. Ogni esperienza è infatti necessaria agli altri, per costituire un mosaico dalla bellezza impareggiabile.

 

Maria Voce e Giancarlo Faletti nel corso del viaggio hanno risposto a tante domande delle persone incontrate. Una donna, ad esempio, racconta delle sue difficoltà al lavoro, perché si trova a fronteggiare continue spinte alla corruzione, una delle piaghe più gravi del Centroamerica. Chiede a Maria Voce se, secondo lei, debba lasciare quel lavoro per non cedere alle pressioni. La risposta è sofferta ma chiara: «Non ci sono questi fenomeni solo qui da voi. Ad esempio, recentemente mi ha parlato nello stesso modo una giovane russa… Se tu lasci quel posto, chi lo occuperà? Certamente qualcuno che non avrà la stessa decisione contro la corruzione che hai tu. Ci saranno momenti difficili, anche sconfitte, ma tu non mollare, perché se non lottiamo noi cristiani per un mondo più giusto e onesto, chi lo farà? E tu sii sicura della nostra amicizia e della nostra vicinanza. Dio ci chiede di lottare per un mondo più giusto, più bello, più pacifico».

 

Un’altra domanda riguarda il multiculturalismo presente in queste terre, e la compatibilità di certe tradizioni con il cristianesimo: «Guardando le vostre espressioni artistiche e culturali – risponde Maria Voce –, ho l’impressione che tali culture abbiano una fortissima componente religiosa, con un’umanità bella e ricca. Penso che queste tradizioni quindi possano essere vivificate, possano essere riempite dello spirito dell’unità, perché possano esprimersi e dar frutto ancor oggi». E Giancarlo Faletti aggiunge: «Il Concilio Vaticano II ha introdotto l’idea della presenza di “semi del Verbo” in tutte le tradizioni culturali e religiose del pianeta. L’idea dell’unità ci aiuta a valorizzare tutti questi semi e a dialogare perciò con ogni cultura».

Il viaggio prosegue ora con le tappe in Messico, Colombia e Argentina.

 

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