Contro l’austerity
La spendig review del governo Monti, i tagli alla scuola, la crisi economica. Contro tutto questo si sono mossi in centinaia di studenti stamattina a Torino. Sono scesi in piazza, così come i coetanei nel resto d’Italia, in segno di protesta, sfociata poi in disordini e feriti.
Lo sciopero, indetto dai comitati studenteschi, ha coinvolto le scuole superiori, con gli studenti che hanno sfilato in corteo con striscioni, urlando slogan come «Contro crisi e austerità riprendiamoci scuola e città» e «Saperi per tutti, privilegi per nessuno».
La protesta puntava il dito contro l’austerity imposta dal governo, che secondo gli studenti «vorrebbe sottrarre altri fondi all’istruzione», e contro «il Ddl Profumo, che prosegue un arco di riforme volte a cancellare il diritto allo studio per tutti». Proprio quel Profumo che fino a poco tempo fa “stava dall’altra parte della barricata – dicono gli studenti –, e quindi sarebbe stato qui con noi”. Profumo era infatti rettore del Politecnico di Torino.
Ma la protesta è anche contro il sistema politico e gli sprechi di cui la classe politica si è resa protagonista con gli scandali delle ultime settimane. Gli studenti non ci stanno, tanto da arrivare a Torino, nel corteo che li ha portati fin sotto l’università delle facoltà umanistiche, Palazzo Nuovo, per fare un mega sit-in, accendere un falò in piazza e dare fuoco alle foto del premier Mario Monti, dei ministri del lavoro Elsa Fornero, torinese, dell’istruzione Francesco Profumo, del presidente della regione Piemonte, Roberto Cota e del sindaco di Torino Piero Fassino.
Per la cronaca la manifestazione è poi degenerata in tafferugli e scontri con le forze dell’ordine. Frange di studenti hanno fatto esplodere petardi e iniziato a lanciare uova e vernice per le vie della città. Intorno alle 11 il corteo ha deviato verso le zone degli uffici pubblici e delle banche, tentando di forzare il cordone di sicurezza di agenti di polizia e carabinieri in assetto anti-sommossa, che hanno risposto con alcune cariche e lanci di lacrimogeni.
Ad aumentare la tensione la presenza di manifestanti provenienti dalla Val di Susa con le bandiere No Tav. Una quindicina di ragazzi sono stati fermati dalla Polizia e una ventina sono rimasti contusi.
Il Ksa, Kollettivo Studentesco Autonomo, ha annunciato un'assemblea per mercoledì allo scopo di valutare le iniziative da intraprendere per continuare a far sentire la propria voce.