Contro la Shoah

L’uomo dal cuore di ferro, un film di Cedric Jimenez con Jason Clarke, Rosamund Pike, Mia Wasikowska, Jack O’Connell e Jack Reynor. Dal pluripremiato romanzo “HHhH”, l’incredibile storia vera del “Macellaio di Praga” Reinhard Heydrich, il più crudele gerarca nazista del Terzo Reich. per non dimenticare.

Non è mai  tardi per ricordare la violenza antisemita, ormai millenaria, e ancora attuale. Perciò il film di Cédric Jimenez L’uomo dal cuore di ferro rimane una occasione opportuna per riflettere sull’argomento che oggi si tende a dimenticare o a sottovalutare, mentre andrebbe visto soprattutto nelle scuole. Reinhard Heyndrich era un militare cacciato dalla marina che, spinto dall’ambiziosa  moglie Lina, fervente nazista, si è rifatto una vita, diventando uno dei personaggi più vicini  al dittatore. Fautore della tragica “soluzione finale” degli ebrei, odiati fino alla morte, definito  il “macellaio di Praga”, per le esecuzioni sommarie di civili e le persecuzioni contro la resistenza cecoslovacca. Ucciso in un attentato nel maggio 1942 a Praga: l’unico gerarca a morire prima della fine della guerra. La storia di quest’uomo è già stata raccontata da vari film: Anche i boia muoiono (1943) di Fritz Lang, Il pazzo di Hitler di Douglas Sirk, Conspiracy-Soluzione finale di Frank Pierson e Missione Anthropoid nel 2016 di Sean Ellis.

La versione diretta da Jimenez indaga due aspetti. Da una parte la vicenda di due ragazzi della Resistenza che danno la vita per l’attentato, rivisitando la loro giovinezza fatta di sogni, di amicizia leale, di rapidi amori; e il carattere del gerarca, che vive una schizofrenia diabolica. Padre tenero, educatore, amante della musica, marito affettuoso (fino ad un certo punto), e nazista fanatico, sadico, crudele, senza cuore, anzi con un cuore di ferro, come lo definì Hitler. La schizofrenia del male che distrugge dal di dentro ogni briciola di umanità anche verso i bambini si esprime nello sguardo glaciale dell’uomo e porta a pensare alle stragi attuali nelle guerre che si combattono nel mondo e di cui sappiamo troppo poco. In una Praga grigia e mesta il film  – che ha il taglio  tra il docu-film e la pièce teatrale  – racconta per rapidi squarci il coraggio idealista dei giovani partigiani e l’inossidabile certezza del gerarca e dei suoi. Grande l’interpretazione nel ruolo del nazista da  parte di Jason Clarke e di Rosamund Pilke in quello della moglie, seducente e fanatica.

 

 

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