No al reato di povertà
«Giunta e consiglio comunale hanno creato, con questa ordinanza, il reato di povertà – spiegano gli organizzatori –. Desideriamo città civili, moderne, sostenibili dal punto di vista ambientale e morale. La povertà non è un crimine». Tanti cittadini in piazza hanno rovistato nei cassonetti fingendo di cercare cibo. Con loro c’erano anche i componenti del Comitato per gli immigrati e contro ogni forma di discriminazione, che hanno lanciato una petizione su change.org contro la stessa ordinanza: «Riteniamo inaccettabile questa disposizione; raccoglieremo 10 mila firme da presentare al sindaco di Genova perché venga revocata questa misura vergognosa».
La multa da 200 euro decisa dal comune contro chi rovista nei cassonetti della spazzatura è stata così motivata: colpirà solamente quelli che «imbrattano e lordano il suolo pubblico» durante l’operazione. «Vogliamo solo chiarire che chi vuole cibarsi deve farlo senza rovesciare fuori dal cassonetto la spazzatura e imbrattare la strada. Questo anche per una questione di igiene», ha spiegato l’assessore alla sicurezza Garassino.
Una decisione che cozza con la realtà sociale di una città che, dall’inizio della crisi in poi, ha visto aumentare le disuguaglianze. Livio era tra i manifestanti e si dice fortemente contrariato per questo provvedimento. Gestisce un self service nei carruggi e quello che rimane sul banco lo distribuisce ogni sera. «Ho i miei clienti abituali». Articolo, dice di chiamarsi così una giovane donne trasandata, non sapeva del flash mob e sta rovistando seriamente perché ha fame. Nelle scatole delle pizze da sporto ha trovato i bordi avanzati: assicura che sono croccanti saporiti e niente male. «Belin – urla –, venite a multarmi. Dormo sul cartone sotto i portici in piazza, e se mi trovate 1 euro è tutto per voi».
A Genova sono molte le associazioni che distribuiscono cibo in mille modi, a cominciare dalle colazioni del mattino, per finire con le bevande calde la sera presso le due principali stazioni ferroviarie. Poi ci sono servizi mensa Caritas e altre associazioni che forniscono un pasto completo al giorno. «Niente male – mi racconta, tenendomi per la spalla, Luigi XV, niente da discutere si chiama così –, io ci vado sempre e “tu digu” che si mangia bene, ma poi sai com’è, rovistare dentro è un cassonetto per me è quasi come una liturgia. Anzi come rompere un uovo di Pasqua, alzi il coperchio è la sorpresa è lì che ti aspetta. Poi si corregge: il più delle volte abbassi il coperchio e punti su un altro bidone, sperando di arrivare prima del tuo avversario».
Cercate pure, dicono dal palazzo comunale ma non tirate fuori la roba e soprattutto non buttatela per terra. È vero, chi ha fame ha fame, e si dirige in maggior parte alle mense cittadine. Ma è altrettanto vero che di Luigi XV ce ne sono ancora tanti e per questi rovistare nei cassonetti è un’occupazione. Dicono che il provvedimento sia per garantire il decoro della città, la pulizia delle strade e delle piazze. Speriamo che con lo stesso provvedimento vengano colpiti anche quei cittadini che non raccolgono la cacca dei cani sui marciapiedi, o buttano i filtri delle sigarette, o lasciano ovunque la carta della focaccia e della pizza.