Continua lo stato di fermo dei due marò

Cancellata la scatola nera della nave italiana, mentre il Governo con attenzione alla sensibilità indiana prova a mediare tenendo conto anche delle famiglie dei pescatori uccisi
Il Sottosegretario agli esteri Staffan De Mistura

Come previsto il contenzioso attorno ai due marò italiani continua fra colpi di scena ed un’attività diplomatica, almeno fino ad oggi, abilmente giocata da parte del governo italiano e dei suoi inviati. La situazione è, infatti, tutt’altro che semplice per le motivazioni già delineate nel precedente articolo apparso su Città Nuova on-line. Con il passare dei giorni ci si rende conto che l’attività diplomatica ha ed avrà sempre più un ruolo fondamentale. Resta, infatti, difficile stabilire con prove nette le responsabilità o l’estraneità dei due italiani nella vicenda.

Troppi elementi importanti non sono più disponibili per gli inquirenti. I pescatori morti nella sparatoria sono stati sepolti quasi subito e, da quel che si sa, non è avvenuta un’autopsia che permetta ora di stabilire se i colpi che li hanno raggiunti siano partiti dalle armi degli italiani. La perizia balistica è avvenuta sullo scafo del peschereccio indiano ed è una concessione per nulla scontata che agli esperti del nostro Paese sia stato permesso assistervi, pur senza diritto ad intervenire. Inoltre, come si è appreso ieri, i dati sulla scatola nera, il VDR, della petroliera italiana risultano cancellati, come avviene regolarmente ogni dodici ore a meno che qualcosa di drammatico avvenuto a bordo ne richieda l’archiviazione. Sarà, senza dubbio, difficile stabilire se l’atto è stato volontario o se dimostra che nulla è davvero avvenuto. In tal caso si giustificherebbe la cancellazione dei dati del periodo in questione. Il dettaglio, tutt’altro che secondario, non depone, comunque, a favore della causa italiana.

Se questi sono i fatti attorno ai quali si giocano queste ore, resta sempre evidente l’impatto socio-politico della questione con il Governo del Kerala che non può, alla vigilia delle elezioni, venir meno ai suoi doveri nei confronti di una comunità importante e numerosa nello stato come quella dei pescatori. L’opinione pubblica, particolarmente quella di questo stato del sud, è sempre cosciente dei propri diritti e della propria immagine sia all’interno del Paese che all’estero.

Nel panorama generale della vicenda, non si può non apprezzare la competenza con cui si stanno muovendo sia il Ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, che i funzionari della Farnesina. Il grado di tecnicità di questo Governo emerge con chiarezza anche a livello di diplomazia e non solo in questioni di finanza internazionale e di scelte di mercato del lavoro. Il Ministro e il suo numero due, il sottosegretario Staffan De Mistura si stanno muovendo, infatti, non su principi fine a se stessi ma su lunghezza d’onda tipica del mondo dei diplomatici, attenti a non ferire sentimenti ed immagine dl Paese asiatico. Non hanno mancato, tuttavia, di affermare con discrezione e, allo stesso tempo, con la necessaria fermezza che «la giurisdizione della vicenda dei due marò è italiana: il fatto è avvenuto in acque internazionali», auspicando che «nella prosecuzione delle indagini si confermi lo spirito collaborativo e positivo che è emerso sinora».

Sia il Ministro degli Esteri che il suo Sottosegretario hanno, poi, espresso le loro condoglianze alle famiglie dei pescatori e De Mistura, da quanto comunicato da alcuni organi di stampa, non esclude di incontrare le vedove. Gesti e prospettive per niente scontati anche in diplomazia. Inoltre, nonostante la questione sia stata portata da Monti ai vertici dell’Unione Europea non è stata sbandierata con toni inopportuni e con la pretenziosità che molti di primo acchito avrebbero voluto Personalmente, mi ha colpito una breve intervista trasmessa da uno dei nostri notiziari, dove il ministro Terzi, in partenza per l’Asia, ha dichiarato con compostezza, coniugata alla necessaria fermezza la sua intenzione di riportare a casa i due marò. Al contempo ha sottolineato che è necessario non avere fretta, elemento fondamentale in diplomazia e, soprattutto, con Paesi come l’India. La vicenda si protrarrà, senza dubbio, nel tempo, ma è da sottolineare che finora l’atteggiamento del nostro governo è stato davvero consono alla gravità e alla delicatezza del caso, che va ben al di là dell’accaduto.

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