Quando i conti non tornano in famiglia

Il denaro ha una funzione generale importante. Con esso si soddisfa un primo e concreto bisogno esistenziale di sopravvivenza e di sicurezza. Attraverso il denaro ci si può garantire cibo, casa, cure mediche. Quando questi due bisogni sono minacciati, la persona può avvertire un senso di precarietà in grado di ostacolare la sua serenità e di conseguenza anche il rapporto empatico col partner e con i figli e la concentrazione sul proprio lavoro

 

«I soldi non fanno la felicità» recita un proverbio, ma ad essi vengono attribuiti valori simbolici quali la possibilità di accedere a beni di consumo, di sentirsi realizzati, di sentire che nel proprio guadagno c’è il frutto delle proprie capacità e del proprio impegno e di sperimentare un senso di valore di sé.

Per spiegare il modo come ciascuno attribuisce valore al denaro sembra essere molto importante l’esperienza che la persona ha maturato nella sua vita e l’esempio ricevuto nel modo di rapportarsi ad esso. Ad esempio nelle famiglie si può imparare che i soldi sono il metro di paragone per dare valore alle cose ed alle persone oppure che i soldi non hanno importanza, o ancora che non si può o non si deve ambire a “di più”. Oppure attraverso l’esperienza la persona potrebbe aver interiorizzato un senso di colpa a causa di grosse perdite economiche sostenute in passato che possono rendere inaccettabili gli aiuti economici in futuro. O ancora potrebbe aver avvertito un senso di ingiustizia su come è stato trattato per cui gli sembrerà che tutto gli sia dovuto e che mai niente potrà colmare il “debito” che gli altri hanno nei suoi confronti.

Questi modi di relazionarsi ai soldi accompagnano ed orientano la persona anche quando si trova ad interagire con il coniuge per gestire l’economia domestica.

Quando i “conti non tornano” in famiglia?

In famiglia i bisogni personali di ciascuno dipendono dal bilancio comune e con essi anche il senso di soddisfazione o di frustrazione percepito. Molte coppie puntano sul dare valore alle relazioni e all’uso consapevole dei beni ma ogni volta che c’è da fare una rinuncia non è sempre facile trovare la giusta motivazione o il giusto equilibrio tra i bisogni di tutti. L’impegno quotidiano è grande e nel lungo periodo, se manca o viene meno l’accordo comune su come si vogliono gestire le spese, la coppia può affrontare momenti davvero duri.

In una coppia, ad esempio, che aveva concordato molti anni prima all’inizio della loro relazione, di tenere conti separati e di occuparsi ciascuno di spese differenti per la gestione della casa, la decisione presa non rispondeva più alle esigenze attuali della relazione. L’una avvertiva in quel «tenere i conti separati» una forma di distanziamento relazionale e di sfiducia nelle sue capacità di generare beni da mettere in comune o sulla gestione delle spese ed anche un bisogno, da parte dell’altro di tutelare i suoi risparmi. Entrambi dovettero rivedere l’antica scelta ed effettuare una “ridecisionalità” sulla base di come era maturato nel tempo il legame per vivere meglio l’odierna gestione economica della famiglia.

In altre coppie possono verificarsi continue ingerenze da parte dei familiari che non lasciano ai coniugi la libertà di decidere su come disporre dei loro beni. Può capitare in questi casi che si indichino alla coppia non solo le spese ma anche attraverso quali entrate farvi fronte. Oppure che come genitori si continuino a sostenere le spese extra che il figlio/la figlia desidera finendo per dilungare nel tempo il legame filiale, e nuocendo gravemente alla figura del partner facilmente percepibile come accessorio. In questi casi è importante rivedere i confini coniugali che la coppia ha ed identificare le cause ed i vantaggi di uno svincolo non ancora adempiuto nonché sviluppare modalità per riconoscere e lenire la sofferenza arrecata al partner per quanto indirettamente ha subito. In alcune coppie, ad esempio, per mantenere benefici personali e non doverli patteggiare con quelli della famiglia si può arrivare a mettere in atto comportamenti manipolatori ed attraverso di essi indirizzare le spese e far emergere i finanziatori.

Vi sono infine casi in cui la gestione del bilancio familiare è connessa ad una difficoltà a sperimentare fiducia piena nell’altro. Questo può accadere per un pregiudizio sull’altro, per una difficoltà personale a dare fiducia piena, per un bisogno di mantenere il controllo sulle cose e sulle persone o perché veramente l’altro ha mostrato di non essere meritevole di questa fiducia.

Le situazioni in cui le coppie si possono trovare possono essere davvero molte e tutte possono permettere una crescita e maturazione della relazione. Gli strumenti del dialogo, la revisione delle scelte antiche per capire se sono ancora attuali, l’imparare a condividere con il partner i propri bisogni, l’equilibrio nel tener conto dei bisogni propri e di quelli altrui, una migliore gestione dei confini familiari si sviluppano a partire dalla capacità di essere intimi e di essere genuini e vicendevolmente accoglienti. E soprattutto sono un processo che si co-costruisce nel tempo.

 

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