Il contagio arriva nel cuore di Bollywood
Ormai l’India si trova al terzo posto nella triste classifica mondiale di casi per covid 19 e lo stato del Maharashtra e la sua capitale Mumbai sono sempre più il centro della pandemia. Nello stato, infatti, secondo i dati di domenica scorsa sono 246.600 i casi, dei quali circa cento mila attivi a fronte di 136.000 guarigioni. I morti tuttavia, sono circa 10 mila nel Maharashtra e più di metà si trovano nella megalopoli dove interi quartieri sono stati isolati a causa di focolai pericolosi per i numeri crescenti del contagio.
Ma altre parti dell’India, come il grande stato dell’Andra Pradesh, anch’esso densamente popolato, destano grande preoccupazione perché la curva della pandemia sembra essere in ascesa inarrestabile. Resta, poi, il mistero di molti angoli dell’immenso Paese dove è impossibile avere un controllo preciso della situazione, anche se con un miliardo e trecento milioni di persone l’India è impegnata a far di tutto per controllare il problema.
Il corona-virus non conosce barriere ed è il caso di dire che è arrivato anche nel cuore di uno degli ambienti più tipici della capitale economica e finanziaria dell’India: Bollywood, il microcosmo del cinema indiano. Si tratta di un mondo capace di produrre quasi il doppio delle pellicole di Hollywood con un mercato sconfinato in India, ma anche nei Paesi vicini e nel Golfo Persico (gli Emirati). Ebbene anche questo settore è ora direttamente colpito dalla pandemia.
Amithab Bachchan, con tutta probabilità l’icona più tipica di questo ambiente surreale, immagine delle contraddizioni e della vita quotidiana non solo di Mumbai ma dell’India intera, è ricoverato in uno degli ospedali privati della città. Anche il figlio Abhishek, egli pure stella del cinema indiano, è risultato positivo. Non solo, ma sembra che tutta la famiglia sia stata contagiata. All’interno di essa, infatti, c’è anche Aishwariya Rai, già Miss Mondo, ed ora moglie di Abishek Bachhan, icona di bellezza e ed attrice in pellicole indiane ed americane. Insieme ai genitori anche la figlia di appena otto anni è risultata positiva al test.
I Bachchan non sono una stirpe tradizionale di Bollywood come i celeberrimi Kapoor che da generazioni si alternano davanti e dietro alla cinepresa. La dinastia è iniziata proprio con Amitabh, oggi settantasettenne, che vanta di aver recitato in circa duecento film, ma di aver avuto ruoli importanti alla televisione e di essersi cimentato anche in politica. Ancora oggi l’attore e regista è assai attivo nel recitare sia per il cinema che per la televisione. In questi mesi, di fronte al crescente pericolo rappresentato dalla pandemia, il governo aveva affidato proprio ad Amitabh uno spot per dare indicazioni all’opinione pubblica su come comportarsi per evitare il contagio.
Di fronte all’ospedale Nanavati nel quartiere di Bandra e alla casa dei Bachchan in quello di Juhu dove vivono altri magnati, attori e attrici di Bollywood, ci sono fan, che, incuranti dei pericoli del contagio, si affollano per avere notizie delle stelle cinematografiche. Lo stesso Amitabh ha postato sui social i suoi ringraziamenti per le preghiere e l’affetto mostrato dai suoi fan, mentre le autorità sanitarie hanno provveduto a sanificare le tre grandi ville occupate dalla famiglia. I tre complessi sono stati chiusi e dichiarati ‘zona rossa’. Nessuno può sostare davanti al muro di cinta e al cancello. Comunque, vengono diramati bollettini regolari dall’ospedale dove le stesse del cinema si trovano e, per ora, pare non ci siano problemi seri. Per precauzione tutta la famiglia si trova in quarantena. Fedele a quanto lui stesso presentava nello spot televisivo anti-covid, Amitabh ha informato del suo ricovero tutti i sui fan invitando tutti coloro che lo avevano avvicinato negli ultimi 10 giorni a iniziare una quarantena volontaria e ad informare le autorità mediche competenti.
Intanto, a fronte della gravità della situazione nazionale, le autorità tendono a pubblicizzare con una certa retorica il più grande ospedale anti-covid al mondo terminato a tempo di record in questi giorni. Si trova a Delhi ed è stato denominato Sardar Patel Covid Care Centre in onore di uno degli eroi dell’indipendenza indiana, Sardar Patel, che divenne anche il primo Ministro degli Interni dell’India indipendente. L’ospedale può ospitare fino a 10 mila ricoverati e i letti sono tutti di cartone.