Consacrazione dei popoli a Maria
Con la solenne Consacrazione dei Popoli a Maria del 22 agosto 1959, avvenuta nella Pieve di Fiera di Primiero, si concludeva l’ultima Mariapoli che durante quell’estate aveva visto passare tra 10 e 12.000 persone: un vero popolo.
Quell’anno a Primiero si erano contate persone di 27 nazioni venute per vivere lo straordinario esperimento di amore reciproco che regolava la vita di ogni giorno. È per questo che quell’esperimento di convivenza era detto Mariapoli: città di Maria.
Il Movimento dei Focolari, in quell’Agosto del ‘59 si accingeva a lasciare il Primiero ma iniziava la diffusione in tutto il mondo di quel nuovo ideale di unità che avrebbe raggiunto 182 paesi del mondo.
Proprio a Primiero nel 1949, era nato in qualche modo quell’ideale di unità da un patto, dinanzi a Dio, tra Chiara Lubich ed Igino Giordani. In 10 anni il Movimento era cresciuto a dismisura e giunto a maturità. Questo incontro del 1959 si concludeva con un altro patto: non più fra due persone ma tra un popolo e una persona celeste che era Maria, spiritualmente presentissima in mezzo a loro.
Da qui è partita Ilaria Pedrini, relatrice del Convegno organizzato dal Movimento dei Focolari e dalla Comunità di Primiero il 27 agosto scorso.
Un patto collettivo ed un impegno, un atto di consacrazione; eppure non si trattava di un atto puramente religioso perché il popolo della Mariapoli si impegnava a portare la pace e la fraternità umana in tutto il mondo. In questo senso la commemorazione di quel patto è attualissima in questi anni in cui sembra di essere in pieno dentro quella “Terza Guerra Mondiale a pezzi” come la chiamò il papa il 18 agosto del 2014 in un incontro con i giornalisti a bordo dell’aereo che lo riportava da Seoul a Roma e come ripetè il 13 settembre al Sacrario di Redipuglia, e poi ancora il 6 giugno 2015 nel discorso allo stadio di Sarajevo, ed altre volte ancora.
La commemorazione della Consacrazione del mondo nel ‘59 diventa quindi occasione per rilanciare quegli ideali attualissimi nello scenario internazionale sconvolto da guerre sparse e da crisi ambientali.
Altra presenza di importante rilievo nel convegno di Primiero è stata quella dell’ambasciatore Pasquale Ferrara, Direttore Generale del Ministero degli Esteri per gli affari politici e di sicurezza. La relazione letta a Primiero prendeva il nome dal sottotitolo dell’ultimo libro di Ferrara: La pace è possibile in un mondo in frantumi.
Ferrara cita Oscar Wilde secondo il quale una mappa del mondo che non includa l’Utopia “non merita nemmeno uno sguardo”, e spiega la differenza tra “utopie del punto finale” e più concrete “utopie di processo” secondo il politologo inglese Ken Booth.
Spesso, durante tutto il suo discorso, Ferrara parlerà di Chiara Lubich la quale premette: «Forse quanto si va dicendo può sembrare un sogno, ma sono questi i tempi (…) in cui ogni popolo deve oltrepassare il proprio confine e guardare al di là proprio perché ci troviamo, in un mondo diviso e sbandato», fatto di «popoli rinchiusi nel proprio guscio a contemplare la propria bellezza – per loro unica – limitata e insoddisfacente, impegnati a tenersi coi denti stretti i propri tesori, anche quei beni che potrebbero servire ad altri popoli presso cui si muore di fame».
Urge che crollino le barriere e corra “tra terra e terra”, «un torrente di beni spirituali e materiali», in vista di «un ordine nuovo nel mondo» (questa citazione è presa proprio dal Discorso a Fiera di Primiero del 22 agosto 1959).
L’incontro si conclude con un collegamento con Loppiano, “cittadella della fraternità”.
La sala Negrelli della Comunità di Primiero era piena ed in streaming erano collegate, da diversi continenti, altre 500 persone. La Commemorazione, visibile sul canale You Tube di Focolaritalia, a tre giorni dall’evento si avviava alle 5000 visualizzazioni (https://www.youtube.com/watch?v=5y_88kq1tIw ).
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