Conosci i sintomi dell’infarto

In una precedente rubrica, abbiamo posto l’accento sull’importanza di giungere rapidamente ed in ambulanza all’unità coronarica per ricevere le cure adatte in caso d’infarto miocardico. Abbiamo anche affermato che ciò è possibile se le persone sanno riconoscerne i sintomi. In proposito è bene sapere che generalmente l’infarto è preceduto da una storia d’angina pectoris, i cui sintomi si somigliano, con una differenza sostanziale: nel primo caso il dolore è più intenso, improvviso, non si attenua con il riposo, spesso è congiunto a sudorazione fredda. L’infartuato inoltre può essere affannato, irrequieto, apprensivo, avvertire nausea, vomito, svenire. Importante sapere la sede del dolore. L’occlusione delle coronarie provoca un senso d’oppressione al centro del torace, più o meno forte, come se ci fosse un peso che tende a schiacciare il petto. Questo dolore oppressivo spesso s’irradia al braccio sinistro e dà una sensazione di debolezza alla sua muscolatura. Più raramente il dolore s’irradia dal torace verso la mandibola e la schiena. Eccezionalmente si presenta solo in queste zone. Talvolta, quando l’infarto colpisce la parete posteriore del cuore, il dolore si apprezza nella parte alta dell’addome e può essere confuso con un disturbo digestivo. Se vi sono dubbi conviene in ogni modo chiamare rapidamente un medico, o se non è dis p o n i b i l e , un’ambulanza per farsi trasportare al più vicino pronto soccorso. Ci sembra altrettanto importante infine, far presente che se negli Usa il numero dei decessi per malattie di cuore negli ultimi 30 anni si è dimezzato, ciò è stato frutto senz’altro di un’alimentazione più corretta, di una pratica più diffusa dell’esercizio fisico, dell’abolizione del fumo, tutti elementi che hanno contribuito alla riduzione dell’ipertensione, la causa più importante d’infarto miocardico. È cruciale che queste informazioni diventino vita vissuta anche in Italia ed in Europa. Ma di questo purtroppo non si parla abbastanza: si pensa più a curare che aiutare il cittadino a conservare la propria salute. Una sorta d’inconsapevole consumismo in medicina?

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