Conoscersi per collaborare
Il 29 aprile scorso, in contemporanea con la celebrazione del Papa al Cairo, in segno di fiducia interreligiosa, è stata segnata a Bari la prima tappa del percorso di amicizia e fraternità tra l’Associazione Igino Giordani con la comunità dei Focolari di Bari e il Centro Islamico barese (C.I.D.I.) rappresentato dall’imam Sharif Lorenzini – anche presidente della Comunità Islamica d’Italia – e il prof. Ehab El Shaer, segretario generale della medesima comunità, agronomo e già professore sia presso l’Istituto Agronomico Mediterraneo (IAM) sia alla facoltà di Lingue di Bari, dove ha insegnato lingua e cultura araba. In un clima di accoglienza e ascolto reciproco, L’imam Lorenzini, ha espresso tutta la sua gratitudine per l’opportunità di parlare di un Islam non violento, che vuole diffondere pace e speranza in un mondo migliore anche grazie alle nuove generazioni, in continuazione con il messaggio inviato l’anno prima durante la marcia della pace realizzata a Palese (Ba), insieme ad una grande partecipazione della comunità cattolica, con le diocesi locali, la comunità dei Focolari e con il dott. Sangei, presidente induista della comunità Mauriziana di Bari. Egli ha spiegato, inoltre, l’organizzazione della comunità islamica, che ha un ordinamento statutario di un’associazione e in cui si riconosce anche il ruolo di un riferimento religioso che funge da guida della comunità e da orientatore del discernimento delle scelte da compiere nel rispetto del Corano. Una figura molto importante per loro, che non hanno un ordinamento religioso gerarchico e rigido, da cui dipende anche la purezza dell’interpretazione e dell’applicazione della legge religiosa. L’imam viene nominato per la sua conoscenza teorica del Corano ma anche per la purezza di interpretazione e di vita della dottrina religiosa ed è riconosciuto proprio dalla comunità islamica.
Interessante apprendere la difficoltà da parte degli stessi leader musulmani nel far fronte agli estremismi e ai gesti violenti che vengono perpetrati da alcuni religiosi fondamentalisti (Isis), che colpiscono primariamente i musulmani ortodossi che cercano di mantenere la diffusione più pura del Corano che predica la pace e la non violenza. Il Professor El Shaer, aggiunge che tra gli immigrati in Italia e in Puglia, molti temono di professarsi musulmani a causa della cattiva informazione e che sono in aumento i controlli degli stranieri arabi nei centri abitati e nei mercati da parte degli organi di sicurezza pubblica. Alcuni venditori ambulanti sono più volte al giorno fermati per la verifica dell’identità e dei permessi di soggiorno e questo, talvolta, genera un clima negativo di sfiducia che richiama alla mente i momenti peggiori della storia come la persecuzione delle minoranze etniche ebraiche della seconda guerra mondiale. Entrambi affermano che l’errore è la generalizzazione degli episodi di estremismo religioso, estendendo tali considerazioni su un’intera etnia. A questo proposito, il prof. Francesco Megli, responsabile per 25 anni insieme alla moglie Rosa Papa, del dialogo ecumenico a Bari, in rappresentanza del Movimento dei Focolari, ha ricordato che in ogni civiltà e religione ci sono state e continuano ad esserci distorsioni e che ciò che va salvaguardato è il messaggio religioso, senza confonderlo con le condotte di alcune persone che applicandolo, possono fraintenderlo e alterarlo.
In seguito a questo incontro, siamo stati invitati a visitare il centro culturale islamico di Bari, situato in via Capruzzi. «Siamo stati accolti dal prof. Mohamed Alì Alessandro Pagliara-– racconta Dino Caldarola – che ci ha fatto entrare, senza scarpe, nella moschea, uno stanzone con molti tappeti con le punte rivolte verso est, la Mecca e ad un angolo una poltrona dove l’imam il venerdì fa la preghiera e il sermone. Un ambiente nudo e freddo si direbbe a prima vista ma intriso di tanta sapienza e religiosità. Molte cose sono in comune con la nostra fede, figli di unico Padre. Ci diceva che nei tempi passati, durante una battaglia si ritrovarono in una tenda due capi di etnie diverse. In questa tenda c’erano all’estremità due fori attraverso i quali filtravano due raggi di sole e i due capi vedendo la provenienza dei due raggi constatavano che partono entrambi dalla stessa fonte. Cosi sono le nostre religioni abbiamo unica fonte, Dio, concludeva. Sono state ore piene di sapienza e religiosità, mi sono sentito fratello, amico del prof. Pagliara, che mi ha trasmesso una pace interiore, una purezza di cuore, toccando con mano il mondo unito che ci sprona alla intercultura e al farsi uno con tutti».
È cresciuto il desiderio di estendere la conoscenza e il dialogo, che l’imam Lorenzini si offre disponibile a trattare anche sui temi più caldi della famiglia e della concezione della donna nella cultura araba, per costruire una prospettiva della fiducia, sia con azioni concrete come possibili corsi di intercultura, sia attraverso eventi pubblici comuni come la presentazione del libro “L’Islam spiegato a chi ha paura dei Musulmani” di Michele Zanzucchi, edizioni Città Nuova, che si terrà a Bari il 20 maggio 2017 ore 9,30 nell’aula magna Aldo Moro della Facoltà di Giurisprudenza. Tra le idee scaturite dall’incontro, c’è anche la proposta di costituire un comitato giovanile misto, per coinvolgere le nuove generazioni, già protagoniste della costruzione di una possibile società multiculturale e pacifica.