Conoscere senza possedere

In questo testo, la Lectio Magistralis tenuta dall’Autore per l’inaugurazione dell’Istituto di Studi Ecclesiastici “Félix Varela”, a L’Avana, si ripercorre l’esperienza che alcuni importanti modelli di “scuola” hanno compiuto, nel tentativo di cogliere le relazioni tra le diverse scienze e di costruire una unità del sapere che esprimesse l’unità stessa dell’uomo. Oggi invece viviamo, prevalentemente, il dramma descritto da Heidegger: il sapere è frammentato in una moltitudine di discipline tenute assieme solo dall’organizzazione tecnica delle università e il cui significato si riduce alla loro efficacia pratica: «ma il radicarsi delle scienze nel loro fondo essenziale – conclude il filosofo – si è inaridito ed estinto». Di fronte a questo esito, la riflessione dell’Editoriale parte dall’esperienza dell’Accademia platonica, attraversa quella delle università medievali, constatando che sempre, dove si è raggiunta una forma di unità del sapere, essa ha posato sull’incontro vitale tra le persone che la ricercavano. Questo incontro esistenziale e conoscitivo è reso possibile dall’atteggiamento dei ricercatori, che non cercano la verità attraverso una ragione arrogante, che tenta di dominare il proprio oggetto, ma facendo di se stessi un reciproco vuoto accogliente, che assume la domanda finale di Gesù sulla croce come il paradigma di un conoscere che si lascia condurre fino alla radice sapienziale che costituisce la sorgente unica di tutti i saperi.
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