Conoscere limiti e capacità e credere in sé

Davanti a scelte di vita e passi da dare ci sono due forze che possono destabilizzare il nostro equilibrio: la paura di abbandonare le sicurezze e il desiderio di andare avanti verso la novità. Un consiglio per ritrovare la propria identità
Foto Pexels

A volte, davanti a una meta da raggiungere o un nuovo passo di vita che ci aspetta è possibile che ci sentiamo bloccati… Nel nostro mondo intrapsichico ci sono forze contrastanti, conflitti interni tra varie parti che vanno ascoltate. Vibrano dentro pulsioni conservatrici (che danno salde certezze) e pulsioni innovative, progressiste, che ci spingono al cambiamento. Abbiamo bisogno di sicurezze e anche di stimolazioni.

Ogni momento evolutivo rappresenta l’abbandono di una situazione precedente conosciuta -rassicurante- e l’incamminarsi verso l’ignoto, verso nuove esperienze. Questa dinamica può generare stati ansiosi e depressivi. Il cambiamento può essere vissuto come minaccioso rispetto al nostro senso di sicurezza: riuscirò a farcela? Sono adatto, sono capace? Questi interrogativi martellano prima della svolta.

Tutto il nostro cammino di crescita alterna momenti di equilibrio e squilibrio, di fiducia e sfiducia. Ci muoviamo come equilibristi e ogni volta che viviamo una crisi distonica data dal momento di transizione tra la vecchia tesi dello stato precedente e il nuovo che avanza, avremo una nuova sintesi: un nuovo equilibrio. Nel momento in cui invece lo stato di smarrimento si protrae avviene una vera e propria crisi d’identità, l’equilibrio è perduto e questo si manifesta attraverso una serie di sintomi psicosomatici.

Avere un’identità vuol dire provare un senso di coerenza e di consapevolezza delle proprie motivazioni interne. È conoscersi nei propri suoni, come uno strumento musicale che emette delle precise vibrazioni anche noi abbiamo delle corde ed emettiamo dei suoni. Essa si struttura durante la crescita, in particolare durante l’infanzia e l’adolescenza, allo stesso tempo è dinamica, in continua evoluzione e si struttura in relazione agli altri. Parte originariamente dal contesto familiare, dalle strutture scolastiche, con l’interazione sociale e lavorativa; si evolve tutta la vita.

Anche la nostra identità, come un seme che diventa pianta, ha bisogno di un contesto favorevole per crescere e viene influenzata dalla cultura di appartenenza. Quando questo senso identitario non è forte e coerente a causa di un passato traumatico o di un contesto sfavorevole in cui si è cresciuti affrontare le crisi esistenziali diventa un momento molto sfidante e talvolta disorientante.

Se il senso di sé viene dato dal superamento di un esame universitario, è chiaro che una bocciatura diventa una minaccia verso la propria identità. Se l’incontro con un partner fa molta paura e non ci siamo per noi stessi, è tutto molto ansiogeno, potrebbe essere rassicurante incontrare l’altro e ritornare nella propria “casa” identitaria. Se essere riconosciuti come dei lavoratori competenti ed eccellenti mantiene un senso identitario, un incidente lavorativo o un fallimento può diventare una grave minaccia.

La nostra quotidianità, la nostra vita, è costellata da momenti critici. Per riuscire ad affrontarli in modo resiliente occorre avere un senso identitario e allo stesso tempo assimilare l’esperienza fatta e imparare anche dagli errori. Ciò può andare a rinforzare la consapevolezza di chi siamo e di dove vogliamo andare.

Dunque, è possibile che, davanti a te ci sia un passo di vita da affrontare e che questo ti metta molta ansia, è possibile che i tuoi piedi siano piantati a terra da una forza conservatrice che ti dice che è meglio non camminare. È possibile che dietro di te una mano ti spinga verso qualcosa di nuovo, e questo ti porti a barcollare; fai un respiro profondo e ricordati che ci sei per te stesso, che puoi aver fiducia in te!

Ricordati anche dell’ultima volta in cui hai affrontato una difficoltà e l’hai superata, senti che la vita ti chiama, che il mondo ti aspetta. Un passo alla volta, un piccolo passo alla volta, guarda avanti!

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