Coniugando vangelo e lavoro

Case, vigne ed uliveti, un college, laboratori frementi di lavoro, gente e macchine che vanno e che vengono, pullman colmi di persone e un brulicare di vita per niente dissimile dagli altri centri abitati del Valdarno fiorentino, zona prediletta dal turismo per le sue bellezze naturali e le sue mete d’arte. Così è anche di ogni giorno nella cittadella di Loppiano: ma bisogna ammettere che qui tutto è uguale e tutto è diverso. Con i suoi oltre 800 abitanti provenienti da una settantina miniatura e sono centinaia, a volte migliaia, i visitatori che si riversano regolarmente per le sue vie – se di vie si può parlare – per conoscere vita e miracoli di questi originali cittadini. Magari visitandone i lavori perché, si sa, ed anche recentemente ne è stato scritto qualcosa, a Loppiano il lavoro, da quello più artistico e creativo al manuale e ripetitivo, non è un optional. I giovani, che per la massima parte frequentano i vari corsi di formazione, ed altre persone che qui risiedono il loro contributo e adattandosi ad una collaborazione eterogenea nelle varie strutture esistenti. Spesso si tratta così di imparare un lavoro nuovo, del tutto alieno dalla propria professione o dai propri studi, con rilevanti difficoltà da superare per i rapporti gomito a gomito con persone di lingua, abitudini, mentalità diverse. Lavoro che poi, per molti, si dovrà, entro breve tempo, trasmettere ad altri. Ma c’è un denominatore comune fortemente ideale, una motivazione profonda che lega e rende possibile, addirittura proficuo, il lavoro di tutti e cioè una robusta spiritualità di comunione , secondo una ormai nota espressione applicata ai Focolari da Giovanni Paolo II. Proprio come ha commentato spontaneamente, durante una sua visita a Loppiano, il prof. Stefano Zamagni, ordinario di economia politica all’Università di Bologna: Molti dicono che per aumentare l’efficienza produttiva di un’azienda occorre avere un personale omogeneo, che provenga dallo stesso ambiente, che parli la stessa lingua. A Loppiano sono presenti persone provenienti da diverse latitudini ma, in questo senso, direi che la vostra è un’esperienza Siamo alla Fantasy, un laboratorio che opera nel campo della prima infanzia, producendo articoli per la cameretta del bambino. Confezione di copertine, piumini, lampade e accessori vari per lettini e culle, che si distribuiscono poi a negozi specializzati non solo in Europa ma anche nel Medio Oriente e in Asia. Lo staff è internazionale e per lo più al femminile. Meglio dar loro la parola… Esordisce Gloria Campagnaro, veneta, una delle responsabili: Possiamo dire che l’impegno che anima la vita della cittadella si traduce, nel contesto del lavoro, nello sforzo di mettere al primo posto non il risultato economico, ma la persona, il rapporto. Siamo certamente un complesso originale: la varietà di età, paesi, responsabilità familiari, qualifiche professionali, con un ricambio annuale di quasi tutto il personale, sarebbero – normalmente parlando – fattori opposti alla capacità produttiva di un’azienda. Possiamo invece affermare che il fatto di essere tutti fortemente motivati a lavorare per lo stesso scopo, fa scattare un dinamismo d’amore sempre nuovo che frutta non solo il potenziamento delle capacità individuali (a volte emergono veri e propri talenti nascosti), ma anche a livello produttivo, una moltiplicazione del rendimento. Continua Marlis Colombo, lombarda, che segue in particolare il coordinamento della gestione: Spesso vediamo quanto sia fondamentale il confronto continuo fra di noi, dove ciascuna, secondo la particolare prospettiva della propria funzione, cerca di dare il suo contributo, anteponendo a tutto un ascolto profondo dei punti di vista delle altre. In questo clima di fiducia e condivisione vediamo che diventa possibile affrontare qualsiasi argomento e anche in casi di oggettiva conflittualità, per esigenze di qualità della produzione o di tempestività delle consegne, si cerca di arrivare insieme ad una soluzione serena. Di conseguenza anche i rapporti esterni con i clienti, i fornitori e i concorrenti cambiano di qualità. Un esempio, il rappresentante di un’azienda di tessuti, interpellato per una prima fornitura alla Fantasy, al telefono si era dimostrato abbastanza diffidente. Una volta arrivato a Loppiano ed entrato nei laboratori, ha avuto una specie di metamorfosi: abbandonando quasi subito l’atteggiamento di sospetto, lo si è visto dapprima incuriosito, poi interessato ed alla fine conquistato dal clima che vi aveva trovato. A distanza di circa due anni – continua Marlis -, in un rapporto che si è fatto via via sempre più stretto e costruttivo, ricordando quella sua prima venuta a Loppiano, continua a definirla la sua caduta da cavallo sulla strada di Damasco. Luzi Lito è invece portoghese, ha studiato design e racconta quale sfida comporti la creazione di nuovi articoli o collezioni: I momenti creativi non sono privi di un certo travaglio. A volte non capisco da dove iniziare e sperimento l’inquietudine di dover generare una cosa nuova. Lavoro con Nada Caldirola, milanese, che ha frequentato l’Accademia di Brera ed è essenziale per noi un confronto profondo e sincero, nel quale ciascuna dona il Alla Fantasy si lavora con serietà professionale e spirito evangelico. In alto: parte dello staff dirigente. proprio pensiero, pronta ad accogliere quello dell’altra. Da questo scambio reciproco nasce spesso l’idea vincente, più consona anche alle esigenze della produzione e del mercato. E Glodi Matesco, brasiliana, responsabile di produzione: Cerco di accogliere ogni nuova arrivata trovando il compito che mi sembra a lei più congeniale, anche se ciò comporta spesso mettere in second’ordine le esigenze della produzione. La disponibilità è reciproca per l’entusiasmo di imparare qualunque cosa, assumendosi i disagi iniziali che spesso un lavoro nuovo comporta. Ricordo, ad esempio, quando è arrivata Carmina, della Spagna. Era un’esperta infermiera ma le cuciture che fino ad allora aveva fatto erano, ovviamente, di un altro genere! Vedevo infatti con quanta fatica teneva in mano l’ago! Sia io che lei eravamo però sicure che presto ce l’avrebbe fatta, e così è stato. In poche settimane possedeva il suo nuovo lavoro a tal punto che ormai potevo affidarle qualunque cosa. Poi, inaspettatamente, si è evidenziata la necessità di reperire un’infermiera per l’assistenza ad una persona anziana e ammalata e così… ha cambiato lavoro! Si doveva ricominciare tutto daccapo con un’altra. Devo dire però che l’esperienza è stata analoga ed il buco creatosi si è ancora una volta riempito presto. Caterina Croci, che segue personalmente il rapporto coi negozi del Nord Italia, è emiliana: Abbiamo cercato di instaurare con la totalità dei clienti un rapporto di collaborazione e fiducia. Titolari esperti e navigati si entusiasmano per la nostra produzione, che cerchiamo sia sempre curata e originale, e a volte ci hanno dato consigli e suggerimenti che si sono rivelati fondamentali. Sperimentiamo così una relazione che non è solo quella della compra-vendita ma diremmo quasi di reciprocità. Luisa Viganò, di Lecco, aggiunge la sua esperienza nel campo amministrativo: Prima di venire a Loppiano io avevo già lavorato dieci anni in un’azienda, ma lavorare qui ha subito assunto per me un diverso significato. Come si sa non tutto va sempre liscio in materia di pagamenti e capita di passare a volte momenti veramente critici. Ad esempio, un giorno, a causa di un alto numero di insoluti, ci siamo trovate in difficoltà. Era una preoccupazione seria, ma il fatto di poterla condividere con le altre ha provocato in me qualcosa di nuovo, rendendo il tutto più leggero. Cercando di restare ancorata a questa pace di fondo ho fatto così una serie di telefonate per chiedere ai fornitori una dilazione di pagamento e, con grande sollievo, tutti ce l’hanno concessa senza sollevare problemi, a riprova di un rapporto ormai costruito sulla fiducia. In queste situazioni ed in tante altre che ci capitano quotidianamente – conclude Gloria – a cose avvenute, ci rendiamo conto che a guidarci e a condurre ogni cosa è un socio nascosto che si fa presente e interviene nei modi più impensati , forse perché cerchiamo costantemente di averlo tra noi con l’amore reciproco, costi quel che costi. Ci sembra di poter dire, senza ostentazioni ma con profonda convinzione che sono vere le sue promesse: Cercate prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto vi sarà dato in soprappiù.

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