Congo RdC: riprende la costruzione del bacino idroelettrico più grande del mondo
Il progetto Grand Inga prevede una serie di bacini idroelettrici sul basso fiume Congo nel territorio del Congo-RdC che ha come capitale Kinshasa. Due dighe (Inga1 e Inga2) erano già state costruite negli anni ‘70 e ‘80 del secolo scorso. Grand Inga è ora nella fase di costruzione di Inga3 e degli altri 3 sbarramenti successivi. Immaginata negli anni ’90, la gigantesca diga Inga3 sul fiume Congo (poco a valle delle due precedenti) dovrebbe alimentare la più potente centrale idroelettrica del mondo, da 44 gigawatt di capacità.
Cinque banche di sviluppo hanno unito le forze per cercare di rilanciare il progetto del più grande complesso idroelettrico del mondo, sul fiume Congo. La collaborazione coinvolge le principali istituzioni finanziarie africane e dei Paesi Brics, attraverso la mediazione dei presidenti di Sudafrica e Congo RdC. Il Sudafrica si è addirittura impegnato a collegarsi alle centrali di Grand Inga e ad acquistare parte dell’elettricità che vi verrà prodotta.
In contemporanea, il Ministro delle Comunicazioni del vicino Congo-Brazzaville, Thierry Moungalla, ha annunciato il via ai lavori di un altro progetto, che inizieranno il prossimo gennaio e saranno completati nel giugno 2030. Il loro costo complessivo è stimato in 1.300 miliardi di Fcfa (oltre 8,5 miliardi di euro), prefinanziati dalla Cina. Moungalla ha dichiarato: «Il governo, attraverso il Ministero dell’Energia e dell’Idraulica, ha firmato un memorandum d’intesa con la società China Overseas Co Ltd per lo sviluppo del sito di Sounda [nel Congo-Brazzaville, 400 Km ad ovest di Kinshasa], con l’obiettivo di produrre da 600 a 800 megawatt di elettricità».
Il megaprogetto Inga3, da 80 miliardi di dollari, sarà in grado di produrre fino a 44 gigawatt di elettricità, e potrebbe non solo soddisfare il fabbisogno interno, ma anche alimentare le reti elettriche di altri Paesi come il Sudafrica e la Nigeria. Se vedrà la luce, Grand Inga diventerà il più grande bacino idroelettrico del mondo. Le autorità congolesi stimano che ci vorrà almeno un decennio prima che i sei impianti Grand Inga diventino pienamente operativi e inizino a produrre energia pulita per il Paese. Ma vale la pena, secondo le autorità di Kinshasa, di aspettare per rispondere in modo sostenibile alle sfide energetiche del Congo RdC e, potenzialmente, dell’Africa nel suo insieme.
Tuttavia, la strada è stata lunga. Il progetto è stato bloccato per più di un decennio a causa delle controversie tra la Banca Mondiale e il governo congolese dell’epoca, principalmente su questioni di trasparenza. Con l’avvento al potere di un nuovo governo democratico, il dialogo con la Banca Mondiale è stato rilanciato, segnando una nuova tappa per questo progetto globale. Tuttavia, il progetto è stato criticato perché darebbe priorità alle esigenze degli investitori nel settore minerario piuttosto che all’accesso all’elettricità per tutti.
Gran parte dell’elettricità prodotta, infatti, dovrebbe alimentare la regione mineraria del Katanga, facendo temere che le popolazioni locali più vulnerabili non vi avranno accesso. Ben Munanga, presidente del consiglio di amministrazione di Kamoa Copper S.A., tuttavia, attenua questa preoccupazione sottolineando che «la compagnia elettrica nazionale serve sia la popolazione che le imprese. Sebbene si dia priorità alle compagnie minerarie che hanno investito, non esiste alcun contratto che stabilisca che il 100% dell’elettricità debba andare alle compagnie minerarie».
Il Congo-RdC è un’immensa distesa di risorse naturali e umane che si estende dall’Oceano Atlantico all’altopiano orientale. Con i suoi 2,3 milioni di kmq di superficie e 81 milioni di abitanti, il Congo-RdC è il colosso dell’Africa centrale. Oltre a possedere due terzi delle foreste tropicali africane, un ricco sottosuolo e un notevole potenziale idroelettrico, il Paese dispone di importanti giacimenti di una cinquantina di minerali, anche se solo una dozzina di questi sono effettivamente sfruttati.
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