Confronto PD-M5S. Buona la prima

Cancellati i ricordi dei precedenti incontri dei cinquestelle con Bersani, Letta e con lo stesso Renzi. Si apre una fase nuova?
M5S

Quasi un’ora di colloquio.  Franco, aperto, reciprocamente rispettoso. Renzisi presenta a sorpresa al confronto con la delegazione del M5S, dimostrando di averlo preso sul serio: «Sono molto felice se si riesce a trovare dei punti di consenso».

Fugati i timori legati ai precedenti (quelli con Bersani prima, poi con Letta e infine con lo stesso Renzi), caratterizzati da toni a volte aspri e sprezzanti, e che si erano tutti conclusi con un nulla di fatto.

Solo un paio di stoccate, da una parte e dall’altra. Da Renzi: «il vostro testo è un po’ complicato, una sorta di ‘grandefratellum’ quando parla delle preferenze negative». Da Di Maio: «da parte nostra abbiamo candidato solo incensurati; voi potete dire altrettanto? E poi stiamo ancora aspettando che il PD metta il suo bilancio online».  Ma è il massimo delle provocazioni. Il resto è solo dialogo responsabile e costruttivo.

Alla fine tutti contenti. Per Renzi : «discussione positiva, ci rivedremo». E Beppe Grillo, dopo la diretta streaming, chiama i suoi dichiarandosi «molto soddisfatto».

Nel merito dei contenuti.  I cinquestelle Toninelli, Di Maio, Brescia e Buccarella presentano il “democratellum”, e Di Maio precisa che quella del M5S «non è una proposta a scatola chiusa, ma un punto di partenza». Renzi, affiancato dai democratici Moretti, Speranza e Serracchiani, dichiara in apertura: «La vostra proposta di legge l'abbiamo presa molto sul serio, l'abbiamo studiata. Abbiamo fatto delle simulazioni, non si ottiene la maggioranza. Secondo noi è molto interessante sotto tanti aspetti ma gravemente deficitaria sotto il profilo della governabilità», e poiespone le sue valutazioni punto per punto.

L’Italicum e il Democratellum – avevamo scritto – partono da basi molto distanti, ma è comunque possibile apportare degli emendamenti migliorativi al progetto finora portato avanti dalla maggioranza (con il consenso di Forza Italia) anche recependo alcuni elementi contenuti nella proposta dei cinquestelle. Qualche nostro attento lettore aveva espresso le sue perplessità al riguardo, chiedendo quali mai potessero essere tali possibili punti di convergenza.

Ebbene, aperture reciproche sono venute proprio dalle due parti a confronto.

Per il PD: «Quello che ci preoccupa è la stabilità il giorno dopo il voto: noi siamo disponibili a ragionare sulle preferenze se è garantita la governabilità». 

Per il M5S: «Anche noi siamo pronti al confronto: non siamo né contro i doppi turni né contro i premi di maggioranza.  A noi sta a cuore la stabilità, ma chi vince deve meritarselo».  

In soldoni: si potrebbe arrivare ad un accordo sulle dimensioni (piccole) dei collegi; sull’innalzamento al 40 percento della soglia per ottenere il premio di maggioranza senza dover ricorrere al turno di ballottaggio; sulla individuazione di una unica soglia di sbarramento per i partiti non superiore al 4 percento; l’introduzione delle preferenze (solo quelle ‘positive’). Insomma un Italicum-corretto con qualche elemento di Democratellum.

I compiti per casa.  Li assegna in chiusura Renzi ai cinquestelle. Il PD si dichiara pronto a proseguire nel confronto e ad aprire il tavolo sulle riforme costituzionali, ma pone cinque condizioni, cinque domande a cui rispondere prima del prossimo incontro:

Siete disponibili a studiare un correttivo che consenta a chi vince di governare?

Per rispetto dei cittadini diciamo mai più inciuci né grandi intese. Ma per questo le alleanze devono essere decise prima. Siete d’accordo?

Noi siamo dell'idea di rimpicciolire i collegi. Ci state?

Siete d'accordo sulla nostra proposta di affidare prima alla Corte costituzionale il giudizio sulla legge elettorale?

Siete disponibili a ragionare per il futuro di riforme costituzionali?

«Metteremo questi cinque punti – conclude Renzi – sul nostro sito internet, e attenderemo le vostre risposte».

Si chiude con un nuovo appuntamento “a fra pochi giorni”.

Per i 5 stelle «L’incontro è andato bene. Si è svolto all’insegna del sereno confronto per trovare un punto di contatto alla luce del sole. Valuteremo le osservazioni e porteremo le nostre al prossimo incontro per trovare una sintesi».

I giudizi della stampa.

Per l'Unità: “Questa volta si discute”. Spiega che l'incontro è stata una "occasione per cambiare l'Italicum", nel senso che alcuni dei punti evidenziati dagli esponenti 5Stelle sono ritenuti "apprezzabili". Ed ancora reputa "incoraggiante" che da parte del M5S non ci siano state preclusioni assolute su una legge che garantisca governabilità.

Sul Corriere Pierluigi Battista titola il suo commento "Le inattese conseguenze del confronto", mentre Piero Ignazi suRepubblica parla di “Svolta tripolare”.

Per Il Fatto: “Renzi dialoga con M5S. Meglio tardi che mai”.

Per il Giornale: “Sulla legge elettorale M5S apre e il premier apprezza”.

Per la Stampa: “Renzi-M5S, apertura sulle preferenze”.

Il Sole 24 Ore, con Stefano Folli, parla di "segnali da non sottovalutare nel secondo piccolo forno aperto da Renzi".

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