Conforti, la radice della missione

Due testi del fondatore dei Saveriani, recentemente proclamato santo da Benedetto XVI

Uniti in missione

«Vi raccomando per ultimo di essere tra di voi un cuor solo ed un’anima sola, uniti sempre col vincolo di quella perfetta carità fraterna che non cogitat malum, non quaerit quae sua sunt, non irritatur. Omnia credit, omnia sperat, omnia sustinet. I conforti e gli aiuti scambievoli che a voi deriveranno da questa sovrana virtù, vi renderanno leggero l’apostolato.

E se da questa carità sarete animati, non sorgeranno mai tra voi le contese che sorsero fra gli stessi apostoli di Cristo, vale a dire quis eorum videretur esse major. Non vi sarà tra voi altra emulazione all’infuori di quella voluta dall’apostolo delle genti fra i membri della nascente cristiana società, in cui tanti erano i santi, quanti i credenti nella divinità del Vangelo. Non dimenticate mai le memorande parole: recumbe in novissimo loco, e le altre non meno istruttive: melius est esse in subjectione quam in praelaturaVi dico questo non già perché io abbia speciali ragioni per dirvelo, ma unicamente per premunirvi da possibili assalti dell’amor proprio che, sotto sembianze di virtù, cerca talvolta d’insinuarsi nel cuore anche dei migliori. 

Addio carissimi, gaudium et corona mea! Se vedeste mai il cuor mio in questo istante, se potessi esprimervi tutto quello che sento, conoscereste quanto io vi ami e quali voti io faccia per voi! Il Signore, punto badando alla mia indegnità, li assecondi questi voti ardenti, vi accompagni sempre colla sua grazia e vi conceda ogni bene» (19 gennaio 1906).

Gesù crocifisso, vincolo di unità

«Il Crocefisso è il gran libro sul quale si sono formati i santi e sul quale noi pure dobbiamo formarci. Tutti gli insegnamenti contenuti nel santo Vangelo sono compendiati nel Crocefisso. Esso ci parla con una eloquenza che non ha l’eguale; coll’eloquenza del sangue. C’inculca l’umiltà, la purezza, la mansuetudine, il distacco da tutte le cose della terra, l’uniformità ai divini voleri, e soprattutto la carità per Iddio e per i fratelli.

Colla sua crocifissione Gesù ha riconciliata l’umanità con Dio e congiunti tra loro con un sol vincolo d’amore tutti i dispersi figli del primo padre. Sant’Alfonso poteva ben scrivere ai piedi di un Crocefisso queste parole: Così si ama!…

Ben si comprende come il Serafico Dottore, a chi gli domandava un giorno donde avesse appresa tutta quella celeste sapienza che aveva trasfusa nei suoi dotti volumi, potesse rispondere senza esitare: dal Crocefisso. Nel mondo soprannaturale esso è il punto più elevato che dischiude allo sguardo immensi orizzonti. È il libro più sublime sul quale dobbiamo meditare di continuo per trovare la ragione sufficiente di tutte le questioni dell’ordine morale. Nessun altro libro può parlare con maggiore efficacia alla nostra mente ed al nostro cuore; nessun altro libro può farci concepire propositi più generosi e ridestare in noi tutte le energie necessarie per attuarli a costo pure delle più grandi rinunzie e dei più duri sacrifici.

Per questo al missionario che parte per lontani lidi ad annunciare la buona novella, non viene fornita altra arma all’infuori del Crocefisso, perché questa possiede la potenza di Dio e per essa egli trionferà di tutto e di tutti dopo d’aver trionfato di se stesso» (primi mesi del 1925).

 

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