Condannato il fondatore del premio Grinzane Cavour

Giuliano Soria e il fratello Angelo, dirigente della Regione Piemonte, insieme ad altre persone, avrebbero provocato danni economici al ministero dei Beni Culturali, all'Agenzia per le Entrate e allo stesso ente locale, che verranno risarciti
regione piemonte

Il Tribunale di Torino ha inflitto una condanna superiore a quella richiesta a gennaio dal pubblico ministero. Giuliano Soria, patron e ideatore del premio letterario Grinzane Cavour, è stato condannato a 14 anni e sei mesi di reclusione. Due anni e mezzo in più della pena chiesta dai pm Gabriella Viglione, Stefano Demontis e Valerio Longi.

La sentenza coinvolge anche il fratello Angelo, dirigente della Regione Piemonte, condannato a sette anni, e lo chef Bruno Libralon, presidente della scuola internazionale per chef Icif, con una pena di 2 anni e 10 mesi. I due fratelli Soria sono stati anche interdetti "in perpetuo" dai pubblici uffici.

Le accuse per Giuliano Soria andavano dal peculato alla malversazione, a cui si sono aggiunti gli abusi sessuali che il professore avrebbe commesso nei confronti del suo maggiordomo, il mauriziano Nitish, che con la sua denuncia aveva dato il via a un’inchiesta che ha per anni scosso l’intero Piemonte. Il maggiordomo e altre due persone che si erano costituite parte civile saranno risarcite, così come anche gli enti danneggiati, tra cui ministero dei Beni Culturali, Agenzia per le Entrate e la stessa Regione Piemonte, che si era costituita come parte lesa.

Lo scandalo intorno al famoso Premio Letterario inizia quattro anni fa, nel 2009, quando Giuliano Soria, dopo le accuse di violenza sessuale mosse da un maggiordomo, che riferisce anche di un utilizzo privato e illecito dei fondi destinati alla fondazione, viene arrestato dalla guardia di finanza con l’accusa di malversazione riguardo l’uso a scopi personali di 4,5 milioni di euro di finanziamenti pubblici. Scatta l’indagine e finisce coinvolto il fratello Angelo, dirigente del settore comunicazione istituzionale della giunta regionale, con l’accusa di concorso in peculato.

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