Concordia… che discordia!

In corso di messa a punto le varie fasi operative di smantellamento della nave. Nel frattempo qualcuno cerca di guadagnare qualcosa dall’interesse di tanta gente per il relitto
Concordia

Con la Concordia a Prà Voltri il profumo dell’affare sale da ogni angolo. D’altra parte i curiosi, neanche poi tanti, ci sono, quindi perché non sfruttare la loro presenza per tirar su qualche spicciolo senza approfittarne troppo? La pensano così in tanti.

Oltre ai privati cittadini che hanno affittato terrazze e balconi a tanti dei 400 giornalisti presenti per l’arrivo, a provarci sono stati anche i gestori di un ristorante con vista stupenda sul porto. L’invito è a consumare un pasto sulla terrazza del ristorante, con vista sul relitto della Concordia. L’idea ha provocato un diluvio di proteste, tanto che gli stessi hanno chiesto ufficialmente scusa e promesso, a titolo di risarcimento morale, di devolvere l’intero incasso della giornata all’istituto Gaslini di Genova. Ma di fatto uno dei gestori dice di aver ricevuto parecchie prenotazioni da tante parti d’Italia.

Dalla banchina del porto antico invece si susseguono questi annunci: «Attenzione! Attenzione! Giro speciale del porto di Genova. Motonave in partenza: arriveremo fino a Voltri, dove si potrà vedere da vicino il relitto della Costa Concordia». Si vuol vedere da vicino la Concordia e allora ci si attrezza. Il servizio Navebus che naviga all’interno dei tre bacini portuali di Porto Vecchio, Avamporto e Porto Nuovo fino a Pegli, è stato affiancato da una corsa speciale, creata apposta da quando il relitto è arrivato a Genova, che si spinge oltre Pegli, un po’ più in là, fino alle vicinanze del Vte.

Così se né andata la prima settimana con la Concordia tornata a casa. E da martedì inizieranno le ricerche del corpo di Russell Rebello, la trentaduesima vittima del naufragio. Prenderanno avvio martedì 5 agosto, secondo un comunicato della capitaneria di porto di Genova al termine di un riunione nella quale si è fatto il punto della situazione.

Le ricerche si concentreranno prima sui ponti 4 e 3, completamente emersi e con più alta possibilità di ritrovamento, poi si proseguirà sul ponte 2 semi sommerso e sul ponte 1 totalmente sommerso. Sulla banchina sottobordo al relitto, spiega ancora la Capitaneria, è stato installato una tenda comando, un posto attrezzato per l’eventuale decontaminazione degli operatori di ricerca, nonché altre strutture di supporto logistico, necessarie per lo svolgimento in sicurezza delle operazioni di smantellamento.

Però la priorità è la ricerca di Rebello, aveva detto da subito il comandante della Capitaneria di porto: «Il mio primo pensiero va proprio a questa persona che speriamo di poter trovare al più presto a bordo del relitto».

Gli operai dei cantieri San Giorgio del Porto hanno terminato la messa in sicurezza dei locali interessati alle ricerche. Ora tocca ai nuclei specializzati – i sommozzatori (che hanno anche capacità speleologiche) di Vigili del fuoco, carabinieri, polizia e Guardia di finanza, ma anche del Comsubin della Marina militare -, esplorare passo passo tutte le parti.

Intanto un primo intervento è stato compiuto all’esterno della nave: sui fondali sono state collocale delle panne per impedire la fuoriuscita di liquidi o altri materiali inquinanti quando inizieranno i lavori veri e propri.

Dopo ferragosto l’assalto all’acciaio e al ferro arrugginito. Si tratta di quasi 19 mila tonnellate di materiali da rimuovere, portare con chiatte in banchina e separare. Secondo il presidente dell'Autorità portuale, nel secondo-terzo mese in questo lavoro saranno impegnati 200 persone contemporaneamente, gran parte dei quali tecnici e ingegneri. Tra loro i camalli della Culmv, la Compagnia dei lavoratori delle banchine, oltre ad una settantina e più di aziende diverse.

Tra queste risorse, tutte professionalmente adeguate alle necessità, il Consorzio San Giorgio-Saipem sceglierà volta per volta a chi rivolgersi per i diversi lavori da svolgere.

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons