Con occhi diversi, arte e relazioni umane
Tutti hanno gli occhi, ma non tutti vedono
(A. Giacometti)
Un giorno d’inizio estate, nel centro della mia città, ho visto una giovane coppia di ragazzi cinesi che, tenendosi per mano, camminavano in fretta verso il municipio, dove andavano a sposarsi.
La sposa era radiosa e timida, indossava un abito da bambola, tutto pizzi e tulle ricamato, proprio come lo sognavano una volta le ragazze. Traballava un pochino sui tacchi sottili, ai quali non era abituata, e sorrideva con imbarazzo e compiacimento al tempo stesso trovandosi, così ben agghindata, oggetto dell’attenzione dei passanti. Si sentiva bella e stava vivendo un momento di felicità. Il suo fidanzato, vestito con altrettanta cura – abito scuro con fiore bianco all’occhiello, camicia inamidata e scarpe lucide -, sorridente e timido, era orgoglioso di lei e la sosteneva nel difficile attraversamento della piazza acciottolata.
I passanti li guardavano benevolmente e per tutti, in quel momento, non erano più due stranieri, ma solo due ragazzi che stavano per sposarsi. Mi sono fermata anche io un istante sorridendo e, in quel momento, ho notato sulla soglia di un negozio una commessa che li osservava con occhi sprezzanti e scuoteva visibilmente la testa. Sono rimasta di stucco, e mi sono chiesta da dove venisse una così aperta malevolenza, da cosa potesse dipendere che, guardando la stessa scena che vedevo io, lei reagisse in modo tanto discordante. Poi ho capito che stavamo guardando, sì, la stessa scena, ma con occhi diversi: per questo non vedevamo la stessa cosa e le nostre reazioni erano così diverse.
Credo che lo sguardo migliore sia quello che non sa restare indifferente e che vede sempre, nell’altro, qualcuno che ci riguarda; non solo perchè l’attenzione e la premura reciproche danno gioia, piacere e senso alla vita, ma ancor di più perchè relazioni gentili e pensieri positivi sono la strada maestra, l’unica, per realizzare un mondo in cui sia possibile vivere insieme nel rispetto e nella stima reciproci, vedendo nell’altro e nella sua diversità un arricchimento e una risorsa, come l’aggiunta di una sfumatura di colore in un caleidoscopio che è tanto più affascinante e sorprendente, quante più tinte mostra.
Questo libro parla di sensazioni, di atteggiamenti, di punti di vista, di relazioni umane, una sfera in cui le parole sono, credo, meno efficaci e immediate delle immagini. Per questo ho sentito la necessità di utilizzare le immagini non per illustrare il testo, ma per generare il testo stesso: la mia riflessione si sviluppa proprio a partire dalle opere di artisti appartenenti ad epoche diverse – due principali per ogni capitolo, più alcune citate in vario modo – e dal loro confronto.
Michela Dall'Aglio Maramotti, Con occhi diversi, arte e relazioni umane (Città Nuova, pp.114; € 16,50)
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