Con lo sguardo di Maria
C’è un’immagine ricorrente di Maria nel Vangelo di Luca: «E Maria conservava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore». La traduzione non dà ragione del senso profondo dell’originale greco: «Maria conservava tutte queste parole, portandole dentro il suo cuore». I fatti che la riguardavano erano come delle parole attraverso cui Dio le comunicava il suo disegno e che lei continuava a rimeditare per cogliere i contorni di questo piano.
Dio e la vita di ogni momento, Dio e le circostanze quotidiane: è un binomio che a tanti appare troppo spirituale per essere reale. Come si fa ad incontrare Dio negli avvenimenti della vita? Ma se Dio non è un’astrazione, ma la realtà in cui trova sussistenza ogni altra espressione di vita, non dovrebbe apparire strano il fatto che il “cuore” della persona incontri il “cuore” di Dio proprio là dove essa vive, e che nell’ascolto profondo colga il filo d’oro che lega ogni avvenimento all’altro. Ogni incontro, ogni gioia e sofferenza, ogni luce e assurdità, ogni lode e incomprensione, ogni scelta e dubbio possono apparire così nient’altro che messaggi sempre nuovi e gratuiti da parte di chi ha a cuore la nostra vita più di quanto l’abbiamo a cuore noi stessi, cioè Dio.
I “misteri” della vita di Gesù sono diventati per Maria e per i discepoli gli avvenimenti-parola con cui Dio si è rivelato, la storia con cui ha reso presente e visibile il suo piano di salvezza.
I “misteri” di Gesù, rimeditati con gli occhi di Maria, possono portare anche noi a cogliere non solo ciò che è avvenuto duemila anni fa, ma ciò che oggi, nella luce di quei fatti ripresentati nella Parola e nei sacramenti, si fa storia. Gli avvenimenti personali e sociali ne risultano illuminati come tasselli di questa storia.