Comunicatori dell’Ucsi. In nome della credibilità

Il problema della credibilità dei media è complesso e la categoria ne è consapevole. Se ne discute al 18° convegno dell'Ucsi.
Testate di quotidiani dal mondo

Sarà anche per colpa della crisi (che spinge a cercare punti di riferimento solidi, nella vita quotidiana e nello stile di fruizione dei media) che negli ultimi tempi proliferano i richiami alla credibilità rivolti a giornali, tivù e new media. Fa sorridere, in certo senso, la testimonianza dello scrittore Umberto Eco che sul Corriere della Sera racconta di una notizia, falsa, pubblicata su un giornale spagnolo, secondo cui lo stesso Eco sarebbe stato arrestato perché colto con una prostituta. Questa la risposta delle autorità locali contattate dai suoi legali: il giornale suddetto non gode di nessuna credibilità. E meno male, ha commentato Eco.
Per lo scrittore la questione s’è risolta presto, ma il problema della credibilità dei media è in realtà complesso e richiama molti fattori: dal condizionamento esercitato sulle testate da potere politico ed economico, inserzionisti e fonti, agli attacchi al pluralismo dell’informazione; dalla tendenza alla spettacolarizzazione alla professionalità degli stessi giornalisti.
Alla mente torna la vicenda dell’ex direttore del Tg1 Augusto Minzolini, sotto la cui guida – secondo molti osservatori autorevoli – il primo tg nazionale avrebbe subìto un crollo di credibilità e di ascolti da imputare ad un certo “servilismo” al potere politico. Vicenda che forse avrà trovato eco anche al 18° convegno dell’Ucsi (Unione cattolica stampa italiana), che ha ribadito che il giornalismo è anzitutto servizio pubblico che vuole responsabilità, professionalità e competenza. La categoria invero ne è consapevole. Si legge sui libri di formazione degli aspiranti professionisti: «Il cittadino che vuole informarsi è costretto a dare fiducia al suo interlocutore. È questo atto di fede che carica di responsabilità i giornalisti. Ogni volta che c’è un particolare omesso o un concetto distorto, si viene meno a quel tacito patto che i cittadini sono obbligati a stringere con i giornalisti, fidando nella loro solidità etica e preparazione professionale. È ciò che si indica con il termine di credibilità».
 
Radio Shabelle
GIORNALISMO EROICO
 
Ci sono Paesi dove fare giornalismo significa essere degli eroi. È il caso della Somalia,, dove la ventennale guerra civile espone i giornalisti alle violenze delle parti coinvolte, dalle autorità di governo alle milizie islamiche, ai signori della guerra locali. E dove, nonostante tutto, continuano ad operare realtà come Radio Shabelle, un network indipendente nato nel 2002 come strumento di servizio alla popolazione. Al tempo della carestia offriva suggerimenti di pronto intervento alle persone in difficoltà, oggi la sfida è quella di dare notizie evitando la censura dei poteri locali nemici della libertà di informazione. Ci lavorano 50 giornalisti dai 24 ai 40 anni, costretti da minacce di morte a vivere lontano dalle loro famiglie.
Il 29 gennaio il direttore del network, Hassan Osman Abdi, è stato freddato da sconosciuti. È il quinto giornalista dell’emittente ucciso in cinque anni. La buona notizia è che nonostante queste violenze ci sono ancora uomini disposti a rischiare la vita in nome del diritto all’informazione e ad una società più aperta e democratica.
 
Safer Internet Day
USO SICURO DEL WEB
 
Sul tema “Connecting Generations” si è svolto il 7 febbraio il Safer Internet Day, voluto dalla Commissione europea per promuovere tra i giovani l’uso sicuro del web. Un’esigenza stringente a fronte dei nuovi dati diffusi da Save the Children, secondo cui in Italia il 27 per cento dei ragazzi si incontra “di persona” con utenti conosciuti sul web. Per fronteggiare il rischio dell’adescamento online, l’iniziativa ha inteso quest’anno anche incoraggiare una più efficace comunicazione tra le generazioni proprio nell’ambito dei nuovi media. In Italia l’evento ha visto la presentazione, presso la Camera dei Deputati, della “Agenda strategica per la promozione dei diritti online dei minori”. È stata anche presentata una guida gratuita, a cura di Aemcom, al link www.sicurinelweb.it, che racconta quali pericoli si possono incontrare nella Rete e come difendersi.

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