Compra verde, economia circolare e diritti
Il Pianeta Terra si muove nello spazio a una temperatura di 15 gradi, e si sta talmente riscaldando da farci vivere estati roventi, alluvioni, ghiacciai sciolti, coste erose, desertificazione, perdite nei raccolti, malattie. Un caos climatico dai giganteschi costi economici che non contabilizziamo e poco ci preoccupa. Ma dobbiamo cambiare direzione, siamo ancora in tempo! Bisogna convertire tutti i settori industriali, economici, culturali, sociali ad una prospettiva più green.
Ma perché ad esempio il cinema deve ridurre gli impatti ambientali delle proprie produzioni quando ci sono ancora le acciaierie che sono molto più pericolose?
Perché rendere sostenibile la ristorazione collettiva quando sono ormai così tante le famiglie che non riescono a pagare neanche le mense convenzionali, figuriamoci quelle biologiche? Perché le aziende che si occupano di rifiuti, di gas, luce e acqua dovrebbero “acquistare verde” quando non si riescono a garantire neanche i servizi ambientali ordinari? E perché mai i funzionari pubblici dovrebbero inserire i criteri ecologici nei bandi, correndo il rischio di mandare deserti i bandi?
La XII edizione del Forum Compraverde-Buygreen – a Roma giovedì 18 e venerdì 19 ottobre al salone delle Fontane, EUR – serve a rispondere anche a tutte queste domande, per continuare il percorso della riconversione totalitaria e green di tutti i settori: appalti verdi, rispettosi dei criteri ambientali minimi; infrastrutture sostenibili, costruite da ditte trasparenti e responsabili; un’idea di lavoro che metta al centro i diritti di tutti, senza sotterfugi…
Al Forum si terranno quelli che ormai da dodici anni possono definirsi gli Stati Generali degli acquisti verdi.
Promosso dalla Fondazione Ecosistemi in partnership con il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Regione Lazio, Legambiente, Agende21 Locali, Unioncamere e Banca Etica, quest’anno la XII edizione non è un full immersion di convegni ma vedrà tavoli di lavoro e dialogo fra esperti del settore.
È innanzitutto un’occasione per fare il punto su quanto messo in atto da piccole/medie imprese ed enti pubblici per ciò che concerne il Green Public Procurement (GPP). Ricordiamo che l’Italia è stato il primo Paese in Europa in cui il GPP è diventato obbligatorio per legge, vincolando le pubbliche amministrazioni a scegliere beni e servizi tenendo conto del loro impatto ambientale e sociale nel corso dell’intero ciclo di vita (produzione, utilizzo e smaltimento) e integrando i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto.
La lotta agli sprechi alimentari nella ristorazione collettiva, quella al caporalato a due anni dalla legge che cerca faticosamente di debellarlo, l’azione degli enti locali in tema di gestione ambientale ed energetica: lo sguardo del Forum si poggia su ciò che al momento segna la quotidianità del nostro Paese, se pensiamo a quanto accaduto nel foggiano al migrante Omar Jallow o alle polemiche sul mega appalto che dovrà ricostruire il Ponte Morandi a Genova.
I modi in cui si declina oggi l’idea di ambiente, determinano il futuro dell’Italia: da dodici anni il Forum Compraverde-Buygreen tiene alta l’attenzione su ciò che dovrebbe essere al centro dell’economia mondiale.
“Siamo ostinati a voler dipanare quella matassa, apparentemente inestricabile, che intreccia, economia, lavoro e ambiente – afferma Silvano Falocco, direttore della Fondazione Ecosistemi e promotore da 12 anni del Forum – siamo convinti che la trasformazione ecologica dell’economia e della società passi per un cambiamento concreto, e profondo, dei modi di acquisto, di consumo e di produzione. Per noi la cruna dell’ago dell’acquisto o della filiera produttiva rimane lo snodo essenziale della conversione ecologica. Lo strumento che orienta le reti energetiche, di trasporto, di distribuzione, riducendo, a monte, l’emissione di CO2, la produzione dei rifiuti, l’uso delle materie prime, il consumo energetico e idrico, per ridurre gli scarti, tutelare la biodiversità e il suolo…per tutelare i diritti umani e i diritti sociali, e anche – prima o poi arriveremo anche lì – per tutelare la salute”.