Compiere la gloria di Dio

Ognuno, nel piano di Dio, ha da portare a termine la sua missione.
Ragazze al lavoro

«Io ti ho glorificato sulla terra compiendovi l’opera che mi hai dato da fare». La glorificazione di Dio è un termine che può avere varie accezioni nel Vecchio come nel Nuovo Testamento; indica la conoscenza amorosa dell’Altissimo fra gli uomini, il riconoscimento della sua onnipotenza e della sua padronanza.
Ma se andiamo avanti nel discorso di Gesù, ci accorgiamo subito, dalle parole «Ho compiuto (ho consumato) l’opera che mi hai dato a fare», che egli ha glorificato il Padre sulla terra non solo e non tanto con la predicazione, quanto esponendosi alla passione e alla morte.
E la preghiera continua: «E tu, Padre, glorificami presso di te». Gesù chiede la sua glorificazione come uomo. Sarà cioè un riflesso della divinità che penetrerà più pienamente le carni umane del Cristo risorto, rendendole strumento della onnipotente grazia dell’Altissimo.
Anche noi dobbiamo glorificare il Padre; e, come ha fatto Cristo, tale glorificazione non dovrà essere solo la testimonianza della parola dinanzi agli uomini. La gloria che ciascuno di noi può dare al Padre consisterà allora nell’attuare quel disegno, quella chiamata che personalmente Dio ci ha rivolto quando siamo venuti nel mondo, quando poi abbiamo appreso con l’uso della ragione le verità della fede. Molte volte è una missione ignota a noi stessi, ci sembra di non poter compiere ciò che pensiamo e speriamo, altre volte la vita ci appare così piatta ed eguale a tutte le altre che verrebbe da domandarsi: che cosa posso io dire nel mondo per glorificare il Padre che aggiunga qualcosa al coro di tutta l’umanità?
E invece è profondamente vero che ognuno di noi nel piano di Dio ha da portare a termine la sua missione; essa può apparire grande o piccola, ma è insostituibile poiché Dio fin dall’eterno per essa ci ha amati e ci ha predestinati.
Non sarà quindi con le parole, ma con la nostra vita ripiena di Cristo, nell’adempimento di tutti i suoi voleri generali e particolari per noi, che consumeremo l’opera che ci è stata donata. E, compiutala, potremo come lui chiedere al Padre di ricevere quella gloria che egli ci riserva in paradiso dopo la morte e la risurrezione finale.
 
Sintesi da: Il testamento di Gesù, Città Nuova, 1966.

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