Compagno di strada
Sono un giovane molto impegnato in parrocchia. Per il mio carattere difficilmente chiedo aiuto. In questo momento, però non riesco a risolvere un problema, ma non mi è facile aprirmi. Non lo farei coi miei genitori e nemmeno con gli amici. È possibile risolvere certi problemi personali senza confrontarsi con nessuno? Non basta l’aiuto di Dio?. F.C. – Catania Il fatto che hai voluto scrivermi questa tua situazione indica che in fondo ti senti spinto a non chiuderti. L’aiuto di Dio, per chi ha fede in lui, è certo importante e milioni di persone nei secoli hanno fatto il loro cammino sostenuti da questa relazione. Se però guardiamo la situazione di oggi e la vita così frenetica e con troppi input che riceviamo da mille parti, non è sempre facile ascoltare la Sua voce o quella della coscienza: sono spesso confuse tra tante altre. Anch’io, per timidezza, tante volte mi sono trovato senza sapere come affrontare alcune situazioni: l’aiuto di Dio mi pareva lontano e quello degli amici non osavo chiederlo. Ma ho sperimentato che Dio non è solo Qualcuno a cui chiedere aiuto, è sempre vicino a me, cammina con me, mi ama e mi vuole felice e realizzato. Per questo, mi ha messo accanto altri compagni di strada per andare avanti insieme e cercare delle risposte. In questo momento, potrebbe esserti utile cercare un compagno di strada con più esperienza, un sacerdote o qualcuno di cui sai di poterti fidare. Al di là, poi, di amici o parenti, ti augurerei di poter fare un’esperienza che mi capita di vivere da quando ho fatto mio lo stile di vita dei focolari: sperimentare che se comunichi per amore, se doni il tuo problema e se accogli il dono degli altri, sperimenterai una luce che illuminerà le tue scelte e ti darà nuova forza. Il tuo non sarà tanto un chiedere e ricevere un aiuto, ma un vivere quella comunione che, dice Gesù nel Vangelo, assicura la sua presenza in mezzo a coloro che si amano. E Lui, compagno di viaggio, ti accompagnerà. francesco@loppiano.it