Commedie italiane o blockbuster?

Le nostre commedie o meglio quelle degli ultimi tempi non godono di buona fama. Raffazzonate, qualche buono spunto, volgari, romanocentriche, sempre le stesse facce note, regie presuntuose e risultati a dire il vero modesti. Per amor di patria non facciamo nomi. Le eccezioni ci sono, ma, dicono gli incontentabili, sono così rare che nemmeno si vedono. Oppure, dicono altri, è certa critica “antica” che non sa capire come va l’Italia oggi. In mezzo alla confusione – contraddizione dei pareri tentiamo di presentare un film, che non è un capolavoro, ma, più o meno candidamente, qualcosa vorrebbe dire, e forse ce la fa.
Questione di karma è un breve (questo è un merito) lavoro, diretto da Edoardo Falcone, il regista di Se Dio vuole (che male non era). Giacomo (Fabio De Luigi), imbranato erede di una dinastia di industriali, segnato dal suicidio del padre quando lui era piccolo, è stravagante, timidissimo, ma colto. Vive di rendita, ovviamente a Roma, e incontra uno strano esoterista francese che gli rivela la verità: il padre si è reincarnato in un certo Mario Pitagora. Il quale esiste per davvero, ed è un piccolo-grande imbroglione di periferia (Elio Germano) che fiuta l’affare, diventa amico di Giacomo e ne approfitta per saldare i debiti. Gli equivoci, gli imbarazzi sono inevitabili, sia perché la famiglia ricca si accorge dell’imbroglione e sia perchè la moglie di Mario lo caccia di casa. Risultato: Giacomo si sveglierà, comincerà a lavorare, diverrà non un sognatore ma un uomo con la testa sulle spalle? Chi lo sa.
Il film diverte, è agile, ben scritto, non è banale nè di basso livello. I due attori sono perfetti nei ruoli degli “opposti”, e con la loro freschezza alleggeriscono il racconto. In fondo, più che di karma, la vita ha bisogno di buonsenso, e non di manie orientaleggianti o di rapporti doppi. Il che di questi tempi non è proprio così male. Detto con leggerezza, complici anche Stefania Sandrelli e Isabella Ragonese. Brillanti al punto giusto. Non punge, non fa satira, ma spazzola qua e là le nostre abitudini e mentalità il film di Falcone. Allegro con brio.
Altri però e non solo i bambini magari preferiranno vedersi le due ore di La bella e la bestia, che la Disney propone in uno spettacolo grandioso, affascinante. La fantasia trionfa nella storia nera del principe superbo trasformato in un mostro da una maga. Ma redento dall’incantevole Emma Watson (di strada ne ha fatta, l’Hermione di Harry Potter!). La bellezza del film non sta solo nella recitazione perfetta delle star (ci sono anche Emma Thompson, Ewan Mcgregor, Stanley Tucci…), ma nell’armonia dell’insieme tra sceneggiatura, scenografia, danza, musica ed effetti speciali. Creano un mondo magico dove il dolore c’è come la paura e l’angoscia, ma il coraggio e l’amore vincono, come succede nelle fiabe. Però non è una vittoria scontata, ci vuole la forza d’animo di Bella per amare il mostro (Dan Stevens), salvare il padre e sè stessa dal male. Il regista Bill Condon, che ha convinto la Disney a girare un musical, è il deus ex machina della situazione. Ha voluto un lavoro perfetto in ogni dettaglio – la sala da ballo, i lampadari, le posate, gli oggetti “animati” – creando il miracolo prima della sospensione e del gelo, e poi della felicità infinita. Per tutti, fa un gran bene questo film. Rilassa e rallegra. Ad Hollywood sanno sognare ancora le favole.