Comincia la Festa delle luci

Per tre giorni, un miliardo di indù nel mondo celebreranno il proprio capodanno. Previste manifestazioni anche in Campidoglio, a Roma. Gli auguri del Vaticano
Diwali, la festa delle luci degli indù

Anche quest’anno è arrivata la "Festa delle luci", il Diwali o Dipawali, celebrato, nei prossimi tre giorni, dal circa miliardo di indù nel mondo come il nuovo capodanno. La festa, che si fonda su una delle più antiche mitologie della ricchissima tradizione indiana, sta a significare la vittoria della luce sulle tenebre, della verità sulla falsità e, in definitiva, del bene sul male. L’India, o le località del mondo abitate da consistenti comunità di indù, si accendono di luci di ogni tipo. Ogni casa deve avere la sua dia, che illumina le tenebre e serve di buon auspicio al nuovo anno. Gli uffici chiudono, solo dopo essere stati lavati e puliti ed i registri della contabilità dell’anno passato chiusi e inaugurati quelli dell'anno nuovo. Le porte delle case sono aperte, per gli ospiti che possono arrivare in qualsiasi momento, ma anche perché se le divinità della ricchezza e della sapienza venissero, avere la porta della propria casa chiusa, sarebbe come rifiutare la loro benedizione in denaro e saggezza.

Per la prima volta, il Diwali sarà festeggiato anche a Roma a livello istituzionale presso il Campidoglio. Nella prestigiosa sala della Protomoteca si svolgerà un programma durante l’intera giornata di mercoledì 23 ottobre. Il titolo è significativo Prima Conferenza Nazionale Cosmocity. Migrazioni, religioni e città interculturali. Il programma si articolerà in vari momenti: uno scambio di buone pratiche ed esperienze di dialogo all’interno della città di Roma e non solo ed un approfondimento della celebrazione di Diwali e dei suoi significati, con l’accensione della tradizionale lampada da parte di rappresentanti delle diverse comunità religiose presenti nella capitale.

In questi giorni, poi, il card. Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, ha inviato a nome dei cristiani del mondo un messaggio ai fratelli e sorelle indù, con gli auguri per la celebrazione del Diwali. Si legge nel messaggio: “Possa la Luce Trascendente illuminare i vostri cuori, le vostre case e comunità, e possano tutte le vostre celebrazioni far approfondire il senso di appartenenza reciproca nelle vostre famiglie e nel vicinato, e ancor più l’armonia e la felicità, la pace e la prosperità”.

L’indirizzo della Santa Sede verso i seguaci delle tradizioni del Sanatana Dharma, il nome reale dell’induismo, è caratterizzato quest’anno da un titolo di grande attualità, soprattutto nella prospettiva del pontificato di papa Francesco: "Insieme per promuovere la cultura dell’inclusione". Infatti, propone il card. Tauran, “di fronte alla crescente discriminazione, violenza ed esclusione in tutto il mondo, il ‘far crescere la cultura dell’inclusione’ si può, a ragione, considerare ovunque una delle aspirazioni più genuine della gente”.

L’invito del mondo cattolico desidera contribuire a questa cultura dell’inclusione che “diviene perciò una chiamata comune ed una responsabilità condivisa. […] È un progetto che coinvolge tutti coloro che hanno a cuore la salute e la sopravvivenza della famiglia umana qui sulla terra e che si deve portare avanti in mezzo alle forze che perpetuano la cultura dell’esclusione e nonostante esse”.

La luce, il calore e la gioia sfrenata – in questi giorni le città e i villaggi indiani vivono assordate dallo scoppio di milioni di petardi e mortaretti in segno di celebrazione gioiosa – contribuiscano, quindi, a far sentire tutti fratelli e sorelle, parte della stessa grande famiglia umana.

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