Come ti cambio la mensa con il blog
Diciamocelo: a volte, le lamentele dei ragazzini in merito alla mensa scolastica sembrano più i capricci di bambini viziati che rimostranze motivate; specialmente da quando diversi istituti hanno iniziato a servire cibi a km zero, o comunque con un occhio di riguardo alla genuinità.
Che però all'estero mediamente se la passino peggio – vedi anche l'articolo sul blog di Mrs Q su cittanuova.it – non è una novità: sopratutto nei Paesi anglosassoni, spesso nei vassoi dei bambini passano perlopiù pizze, hamburger e patatine, con buona pace di salute e obesità infantile. Senza parlare delle condizioni igieniche, non sempre ottimali. Ma i ragazzini di oggi hanno risorse che quelli di un tempo non avevano: così la scozzese Martha Payne, 9 anni, sostenuta dal suo papà ha aperto un blog il 30 aprile per denunciare la scarsa qualità dei pasti serviti nella sua scuola.
È lei stessa a spiegare, nel primo post, il sistema di valutazione usato: un punteggio complessivo su scala da 1 a 10 per il pranzo nel suo insieme, uno analogo per definire quanto “sano” era, il numero di bocconi per giudicare se la quantità era sufficiente, il prezzo (2 sterline), il tipo di portata, e il numero di capelli trovati nel piatto – eh già, anche quelli. Il tutto corredato da una fotografia del vassoio.
In effetti, vedendo le foto iniziali, si capisce perché Martha e il papà abbiano deciso di fare qualcosa: il primo vassoio conta un mini cheeseburger di dubbio aspetto, due crocchette di patate, tre – dicasi tre – fettine di cocomero e un ghiacciolo. Non molto meglio per il secondo: una fettina di pizza, una cucchiaiata di mais, una crocchetta e un dolcetto. «Adesso il papà capisce perché quando arrivo a casa ho fame», commenta la ragazzina, affibbiando un sonoro 2 alla voce “salute” di questi menu.
Se pensavate che sarebbe rimasto soltanto lo sfogo di una bambina, vi sbagliate: il contatore dei visitatori del blog ha raggiunto quasi i due milioni, e continua a salire ogni secondo che passa. Tra questi il celebre chef Jamie Oliver, che ha inviato un messaggio di incoraggiamento a Martha, e dei giornalisti radio della BBC, che l'hanno invitata in trasmissione. Coetanei da altre parti del mondo – perfino da Taiwan – le hanno inviato foto dei loro pranzi scolastici. Risultato: il padre ha ottenuto un incontro con il consiglio comunale, che ha mandato degli ispettori e garantito agli alunni di potersi servire di frutta, verdura e pane a volontà. Anche la qualità dei pasti è notevolmente migliorata: scomparsi i capelli, sono comparse verdure, involtini primavera, pasta, riso e polpette, e il dolce del 17 maggio è addirittura «meglio di quello che fa papà». Tanto che nelle valutazioni hanno iniziato a comparire gli 8 e i 9.
Potere o esagerazioni del web? Forse l'uno e l'altro; ma se non altro c'è da riflettere su come una ragazzina di 9 anni, con un semplice computer dotato di connessione a internet, sia riuscita ad ottenere qualcosa per cui gli adulti molto spesso si impantanerebbero in lunghe riunioni e trattative…