Come stanno gli animali ?
Agiudicare dalla lista rossa delle specie minacciate, resa nota di recente dall’Iucn (Unione internazionale per la conservazione della natura) si apprende che delle 40 mila tra specie diverse di animali e piante prese in considerazione, oltre 16 mila sono a rischio di estinzione. Rispetto all’edizione del 2006, il numero è aumentato di trecento unità. Il totale delle specie estinte è salito a 785, a cui va aggiunta un’altra sessantina i cui esemplari vivono praticamente soltanto in cattività. Le cause? Tra le più varie. Comunque spesso legate all’incidenza dell’attività umana sull’ambiente. Le situazio- ni più critiche si riscontrano nei Paesi in via di sviluppo, sempre più impegnati a soddisfare le richieste di quelli più avanzati, in cambio di ritorni economici, ma a scapito delle risorse naturali e della tutela ambientale. Ecco qualche esempio: il pesce cardinale di Banggai, un piccolo pesciolino da acquario endemico di un arcipelago indonesiano, viene catturato per essere esportato negli acquari di tutto il mondo. Il problema è che i prelievi hanno raggiunto le 900 mila unità per anno, con la conseguente estrema rarefazione della specie in natura. In forte crisi sono diverse specie di avvoltoi, con diminuzioni in India fino al 95 per cento della popolazione. Causa il diclofenac, un antinfiammatorio per il bestiame, che si è rivelato letale per questi uccelli spazzini e ghiotti di carne morta. Anche molte tra le specie di mammiferi, rettili e anfibi non godono di migliori prospettive. Il gaviale, il coccodrillo del Gange, dai 436 esemplari censiti nel 1997 si è ridotto a 182 nel 2006; i gorilla di pianura africani così come gli oranghi del Borneo e altri primati sono passati dalla classifica che li definiva minacciati a minacciati in modo critico. In altri casi la vulnerabilità è emersa dalla riduzione di habitat come quelle avvenute nel Borneo con il taglio di migliaia di chilometri quadrati di foresta per l’impianto di coltivazioni di palma da olio; a causa della riduzione delle barriere coralline prodotta dai cambiamenti climatici. Note positive? Poche, ma individuabili là dove ci si è potuti occupare di questi animali. Alle Mauritius, il gheppio delle omonime isole era ridotto a soli quattro esemplari nel 1974. Dopo un progetto specifico di salvataggio estremo, ha risalito la china e ora vanta oltre mille individui censiti in libertà. Anche il parrocchetto delle stesse isole è passato a un grado inferiore di minaccia, grazie a interventi mirati per la salvaguardia della specie. Che fare? Si è notato che interventi puntuali mirati ad una integrazione tra miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti del posto con lo sviluppo di attività sostenibili rispettose degli habitat più sensibili, ha portato a buoni traguardi di salvaguardia ambientale. È questa una via che può portare a una valorizzazione anche culturale delle realtà locali, ottenibile nel far cogliere alle stesse l’ambiente circostante non solo come qualcosa da sfruttare, ma un bene da salvaguardare importante per la comunità del luogo, e di rilevanza globale, capace anche di produrre reddito.