Come sta l’Italia?
Il nostro Paese non gode di ottima salute. Difficile l'accesso alle cure, mentre aumenta il consumo di antidepressivi. Lo dimostra la settima edizione del Rapporto Osservasalute.
In un’Italia in cui la sanità funziona a macchia di leopardo, dove è marcata la sfiducia nel Sistema sanitario nazionale (Ssn), nella quale la popolazione continua a invecchiare e si registra un lieve aumento delle nascite solo grazie alla presenza degli immigrati, si evidenzia sempre di più la difficoltà di accesso alle cure delle fasce più deboli della popolazione. Meno di due famiglie su cinque hanno potuto permettersi, ad esempio, le cure odontoiatriche, mentre le liste d’attesa per esami particolari, da una mammografia a una risonanza magnetica, continuano ad allungarsi, soprattutto al sud. In tanti hanno dovuto rinunciare alla dieta mediterranea conosciuta e apprezzata in tutto il mondo: troppo alto il costo di frutta e verdura, più facile ricorre a pane, pasta e riso e alla carne bianca più economica.
Non è incoraggiante la settima edizione del Rapporto Osservasalute (2009) pubblicato dall’Osservatorio nazionale sulla salute dell’università Cattolica di Roma, coordinato da Walter Ricciardi, direttore dell’Istituto di igiene della facoltà di Medicina e chirurgia. A completare il quadro, quello che risulta un vero e proprio allarme: dal 2000 al 2008 il consumo di antidepressivi è aumentato del 310 per cento. E’ l’unico dato che accomuna tutte le regioni d’Italia.
Per il resto vediamo le caratteristiche tipiche di ogni regione.
Partiamo dal nord. Il Piemonte è la regione con il maggior numero di posti letto per lunghe degenze, meno fumatori e più attenzione a stili di vita sani; in Valle d’Aosta ci sono molti bambini e godono di ottima salute. Ma è alto il tasso di aborto per le giovanissime e le minorenni. La Lombardia vanta il primato di adesione allo screening mammografico, anche se registra uno tra i valori più alti di mortalità per i tumori di entrambi i sessi. Nel Trentino sono primi per donazione di organi, ma troppi over 65 vivono da soli; nell’Alto Adige sono soddisfatti del Ssn, hanno il più alto numero di figli per donna in Italia, ma anche il più elevato consumo di alcol; buona l’attività fisica in Veneto ed anche la prevenzione, si consumano pochi farmaci, ma troppi sono gli incidenti mortali. Tutto bene in Friuli Venezia Giulia, prima per trapianti e ultima per cesarei, mentre la Liguria ha molti aborti e poche nascite.
Arrivando al centro notiamo che l’Emilia Romagna è la regione che cresce di più, forse per l’elevata presenza di immigrati; la Toscana conferma il suo primato riguardo all’assistenza ospedaliera, al consumo di farmaci generici ma ha anche il record di consumo di antidepressivi; l’Umbria risulta prima per la copertura vaccinale antinfluenzale; le Marche hanno la mortalità più bassa d’Italia; il Lazio conta su un maggior numero di medici di famiglia, ma registra il peggior deficit sanitario. In Abruzzo si beve poco, ma alto è il tasso di ospedalizzazione per disturbi psichici; in Molise è ottimo il livello di copertura vaccinale per i bambini, ma i molisani sono i più obesi d’Italia.
Infine il sud. La Campania è una regione giovane con metà della popolazione che ha meno di 39 anni, ma con un’alta percentuale di obesi e il ricorso al parto cesareo sei volte su dieci; in Puglia si registra un basso valore della mortalità per tumore nonostante si faccia poco ricorso alla prevenzione. In Basilicata sono pochi gli anziani che vivono da soli, ma il saldo sulla natalità è negativo; in Calabria si ha la minore mortalità in Italia per tumori, ma è alta la mortalità infantile.
In Sicilia si diventa mamma in giovane età, si ha buon un tasso di fecondità e si beve meno che da altre parti, ma il tasso di ospedalizzazione è il doppio di quello nazionale. Infine i sardi, cuore forte e tasso di fecondità basso, il più basso d’Italia.