Come si ottiene il rispetto dal proprio cane?

Alcuni pratici consigli per instaurare un buon rapporto con i propri cuccioli, conoscendo alcune fondamentali leggi del loro comportamento
Un cane alla manifestazione a favore degli animali in Francia

Alla base del rapporto cane padrone ci sono rispetto e fiducia. All’uno consegue l’altra e alla fiducia fa seguito il benessere psicologico del nostro beniamino e l’equilibrio della coppia cane-padrone.

 

Come si ottiene il rispetto dal proprio cane?

Assumendo una posizione gerarchica superiore alla sua.

E come ottenere ciò?

  • Assumendo il controllo del cibo e della sua distribuzione;
  • mantenendo la coerenza nei messaggi inviati al cane;
  • accertandosi che non ci siano fraintendimenti su ciò che è giusto o sbagliato;
  • stabilendo e rispettando una routine regolare dei pasti;
  • ritualizzando la somministrazione dell’alimento.

 

Come si diceva nel precedente articolo non di rado si può incorrere in incomprensioni o interpretazioni errate del comportamento animale; analizzeremo, quindi, di seguito alcuni suggerimenti per educare il nostro beniamino, riferendoci soprattutto alla sua alimentazione.

 

Cosa non fare.

 

Per l’uomo il dono può essere un mezzo di potere, perché lega chi lo riceve a chi lo offre. Il dono di cibo all’animale è uno dei modi per possederlo, per conquistarsi il suo affetto. Ma mentre il proprietario, magari poco presente e con sensi di colpa, cerca di dare piacere al cane soddisfacendo le sue richieste di cibo, il cane cerca di acquisire lo status sociale più alto possibile.

 

Le abitudini si instaurano rapidamente e il fraintendimento si stabilisce spesso nelle prime settimane di relazione dopo l’adozione. E se fino ad allora lo sviluppo dell’animale aveva seguito il normale iter di un animale sociale educato dai suoi consimili alle leggi della ritualizzazione dietetica, che inizia alla fine della suzione (primo mese di vita) e si conclude intorno ai quattro mesi di vita, se la nuova famiglia utilizza i doni di cibo per fidelizzare l’animale, destabilizza il cane, che può farsi un’idea sbagliata del suo nuovo gruppo.

 

Questo comportamento, adottato in tenera età, può andare in contrasto con le regole sociali essenziali dell’autocontrollo, tipiche delle specie sociali, e condurre alla crescita di soggetti difficili, ingestibili e famelici. Tutto ciò accade quando la relazione sociale viene gradualmente ristretta a questi scambi di cibo, che altrettanto gradualmente da “innocente” abitudine si trasformano in una ritualizzazione del dono del cibo.

 

Cosa sta accadendo? L’uomo cerca di conquistare sempre di più l’affetto del cane e per questo lo invita anche a mangiare a tavola (sempre di più l’animale viene trattato come un nostro pari, antropomorfizzato), dall’altra il cane legge il tutto come ulteriore segno di stima sociale e rituale affermativo per la sua avanzata al vertice della gerarchia. Nell’uomo il senso di colpa svolge una parte importantissima nell’offerta di cibo e tanto più il padrone crederà che il cane sia infelice a causa sua, tanto più riterrà giusto e importante ricompensarlo o meglio gratificarlo con premi di cibo.

 

Ma per il cane il controllo del cibo è simbolo di potere anche in condizioni di abbondanza di alimenti disponibili. Ecco quindi spiegato il significato dell’accattonaggio dalla tavola di cibo da parte del nostro amico. Non sempre ciò significa che il cane ha fame. Al contrario il nostro amico a quattro zampe sta dimostrando che ha libero accesso alle risorse alimentari del gruppo. In definitiva, ancora una volta, il nostro amico sta cercando di scalare la gerarchia sociale all’interno della famiglia.

 

Infine, se non vogliamo distruggere la considerazione che il cane ha di noi, non bisogna restare a guardarlo mentre mangia o alimentarlo dalle nostre mani, poiché così facendo assumiamo una posizione subordinata e lo invitiamo a rifiutare il cibo nel tentativo di scalare la gerarchia, poiché non avrà rispetto di quel padrone.

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