Come scegliere un cane senza avere brutte sorprese
Se abbiamo risposto alle otto domande dell’articolo precedente e, dunque, ciò che in famiglia vogliamo è proprio un cane, vediamo insieme cosa dobbiamo considerare per ridurre al minimo le sorprese soprattutto se siamo alla nostra prima esperienza.
Siccome viviamo in una società che lascia poco tempo a disposizione e la praticità è una delle nostre priorità, consideriamo che tutti i cuccioli sono particolarmente vitali e richiedono un po’ di tempo in più per essere educati. Di sicuro possiamo addestrarli a nostro piacere, ma non è vero che si affezionano all’uomo più di un cane adulto. E’ importante sapere però che un cucciolo deve vivere nel suo branco (allevamenti casalinghi e non) fino a tre mesi.
Avere in casa un cucciolo piccolissimo che ha appena soddisfatto le esigenze primarie (cioè l’alimentazione) e sottrarlo alla sua “famiglia” proprio quando la madre comincia ad impartire i primi rudimenti comportamentali è un primo grave errore in cui possiamo incorrere.
Le conseguenze sono che avremo un animale che crescerà senza regole e limitazioni, capace di distruggerci casa o di renderci la vita un inferno, soprattutto perchè noi uomini non potremo mai sostituirci all’animale per educarlo correttamente, non ne abbiamo le giuste conoscenze e non siamo cani.
Se decidiamo per un animale del canile, ricordiamo che più sono adulti più possono richiedere, oltre a molto tempo e pazienza, anche le giuste competenze per affrontare eventuali alterazioni comportamentali conseguenti a possibili esperienze negative. In questo caso oltre a ricevere informazioni dai volontari circa il carattere dell’animale e trascorrere un po’ di tempo con l’animale per “testarlo” sia dentro che fuori il canile, può essere d’aiuto farci accompagnare da un esperto cinofilo o da un comportamentalista i quali possono cogliere più facilmente segnali invisibili o poco chiari per una persona alla prima esperienza.
Se, invece, vogliamo un cane di razza, è sempre bene documentarsi in merito alle peculiarità specifiche sia presso allevatori, ma anche e soprattutto presso padroni che hanno già fatto esperienza con quel determinato tipo di cane. Le razze, infatti, derivano da secoli di selezioni che servono a “fissare” caratteristiche ed esigenze specifiche, da cui non possiamo prescindere.
Certo, ad ogni tipo di cane possiamo offrire delle ottime alternative agli scopi e ai lavori per cui sono stati selezionati, ma di sicuro non possiamo snaturare l’animale perché vogliamo ottenere a tutti i costi obbedienza. Giusto un esempio per chiarirci le idee: se decidiamo di prendere un beagle che è un segugio, e quindi un cane abituato a seguire la traccia ad oltranza, non possiamo volere da lui che risponda con puntualità ad un richiamo come farebbe per esempio un cane da difesa.
Dobbiamo, quindi, sapere a cosa si va incontro quando scegliamo una razza. Perciò studio, informazione e buonsenso, sono alla base della nostra scelta, perché se è vero che prendiamo un cane per soddisfare le nostre esigenze, è pur vero che vanno soddisfatte anche le esigenze dell’animale scelto e ciò per ottenere una sana e giusta convivenza e non dover un giorno dire che il nostro cane ha un brutto carattere o che è dispettoso. Magari questo stesso cane in un’altra famiglia sarebbe perfetto e noi, in fin dei conti, avremmo solo fatto la scelta sbagliata.
Talvolta, strettamente correlate alla razza sono anche alcune differenze caratteriali legate al sesso. Infatti, mentre in alcuni casi prendere la femmina significa avere in casa un animale più affettuoso e più docile, e scegliere un maschio avere a che fare con un cane più litigioso, in altri casi (vedi il Cavalier King Charles) non vi è alcuna differenza tra i due sessi. Tuttavia, di sicuro prendere la femmina significa avere a che fare con il calore che si presenta ogni sei mesi e, se non si intende allevare animali di quella razza, significa affrontare un intervento (la sterilizzazione) già a sei mesi. Per il maschio non avremmo di questi problemi, quanto piuttosto la problematica della fuga per inseguire le cagne in calore.
Infine un cane di piccola taglia non significa necessariamente che è più adatto a vivere in appartamento. Di sicuro al cane piccolo corrisponde un trasporto più facile ed un ingombro minore, deiezioni più misurate ed una mole più contenuta (soprattutto se cominciano a tirare durante la passeggiata) quantità di cibo ridotte e magari più adeguate al nostro portafoglio.
Ma un terrier (Yorkshire, per esempio) o un segugio (Beagle), per esempio, hanno energie a dismisura e sono irrefrenabili scavatori, chiuderli nelle quattro mura di un appartamento come minimo li renderà degli abbaiatori indefessi o degli animali nevrotici.
In ultima analisi due sono le parole che mi sento di consigliare a chi intraprende quest’avventura: saggezza e prudenza.
(A cura della dott.ssa Letizia D'Avino – Centro medico veterinario "Zoe", via Aldo Moro 75, Somma Vesuviana, Napoli)