Come le stelle fisse
Il 2 Agosto, nel giorno del Perdono d’Assisi, alle ore 14,45, nel focolare di Rocca di Papa, dove viveva ormai da alcuni decenni, Bruno Venturini ha raggiunto il Cielo. Un luogo a lui non troppo ignoto. Dato che già qui in terra del Cielo aveva vissuto tanto, e ha portato tanti a vivere del Cielo.
Non riesco a parlare del Bruno “pubblico”, del focolarino che ha servito l’Opera di Maria per tanti anni, con tanta dedizione e umiltà, in tanti ruoli. Riesco solo a dire due parole del Bruno “personale”. Che per me è stato più d’una guida, più d’un amico che ascolta, più d’un faro sicuro nella nebbia, più d’un padre che ammonisce ma copre di premure. E so che tanti, tanti di quelli che l’hanno conosciuto potranno dire lo stesso, e molto molto di più.
Anche per loro è il Bruno “personale”, che si è interessato a loro, che si è fatto sentire vicino. I rapporti erano la specialità di Bruno. Ma rapporti d’un certo tipo. Ricordo le tante volte che, chiedendomi «Come va?», e io gli rispondevo così, un po’ superficialmente, lui mi premeva il dito contro il petto, là dove c’è il cuore. E diceva: «Ma voglio sapere cosa c’è lì!».
Era interessato al Cielo, e questo gli importava di me, che anch’io non sprecassi la vita, che anch’io seguissi Gesù così come Dio m’aveva pensato e fatto. Sono certo che tanti, tanti che l’hanno conosciuto, possono dire la stessa cosa. E molto molto di più.
«La maggior parte degli uomini sono come una foglia secca, che si libra e si rigira nell'aria, e scende ondeggiando al suolo. Ma altri, pochi, sono come stelle fisse, che vanno per un loro corso preciso e non c'è vento che li tocchi, hanno in se stessi la loro legge e il loro cammino». Mi fanno pensare a Bruno queste righe di Herman Hesse.
Bruno aveva una natura un po’ da angelo e ora, fra le stelle, lassù, si troverà sicuramente bene. Dal Cielo so che ci sorride, che continua a pensare a noi, a prodigarsi per noi, a spronarci a realizzare quell’Ideale di Chiara che tanto gli stava a cuore.