Come il figlio della parabola

La bravata di tre ragazzi vissuta in maniera diversa nelle rispettive famiglie di appartenenza. Il dialogo come metodo vincente. Una breve esperienza tratta da "Il Vangelo del giorno"
giovane

Nostro figlio maggiore, 17 anni, una sera non è tornato a casa. Cosa pensare? Non ci aveva mai dato di queste preoccupazioni.  Potevamo solo pregare. La mattina dopo, dai genitori di due suoi amici siamo venuti a sapere che erano partiti tutti e tre per Firenze. Chi voleva far intervenire la polizia, chi sosteneva che avrebbe cacciato di casa il suo ragazzo. Mia moglie invece ed io ci mantenevamo tranquilli: avevamo messo tutto nelle mani di Dio. Solo ogni tanto ci arrivava qualche notizia. Pur addolorati, ci sentivamo più uniti in famiglia. Su una cosa eravamo tutti d’accordo: l’avremmo accolto con gioia, come nella parabola del figlio prodigo, senza fargli pesare quella ragazzata. Dopo una settimana i tre sono tornati all’ovile. Il nostro, sentendosi amato, ha assicurato piangendo che non avrebbe fatto mai più un’azione del genere. Venuto poi a sapere che gli altri compagni d’avventura erano stati trattati ben diversamente, ha capito meglio la fortuna di avere una famiglia nella quale si cerca di vivere secondo il Vangelo.

F.A. – Roma

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