Colpo di Stato fallito
I giovani soldati della Guardia d’onore hanno sequestrato brevemente la radio nazionale a Libreville, la capitale del Gabon, lunedì mattina, 7 gennaio, per «ripristinare la democrazia».
In un discorso di un tenente, hanno denunciato il messaggio del presidente Ali Bongo trasmesso lo scorso 31 dicembre dal Marocco, dove si sta riprendendo dopo un ictus. Il gruppo militare ha detto che volevano istituire un «consiglio di restaurazione».
Qualche ora più tardi un commando della gendarmeria ha preso d’assalto l’edificio, uccidendo due membri del commando e rilasciando i cinque giornalisti tenuti in ostaggio. Internet è stato ristabilito e le emittenti radiofoniche e televisive stanno trasmettendo di nuovo. La vita è tornata “alla normalità” martedì.
Questo è il secondo tentativo di colpo di stato nella storia del Gabon dopo quello del 17 febbraio 1964. In realtà le notizie sono ancora frammentarie e non si sa quale fosse l’adesione al tentativo di colpo di Stato da parte dell’esercito.
E ci si interroga sul ruolo del contingente francese di stanza in Gabon, almeno 900 uomini e donne dell’esercito transalpino, che sembra abbia operato attivamente per il ristabilimento dell’ordine.
Purtroppo in numerosi Paesi africani restano delle “zone grigie” in cui operano sia le vecchie forze colonialiste attraverso contingenti militari o più spesso servizi segreti, sia le forze legate a questo o quel governo.
Anche questo caso gabonese va inscritto in questa zona poco chiara delle società africane.