Colpito il simbolo dell’antimafia
Scomparsi messaggi, disegni e foto dall'albero che ricorda il giudice Falcone. Atto di vandalismo o intimidazione mafiosa?
La notizia è di quelle che lasciano comunque l’amaro in bocca: l’albero che si trova davanti all’abitazione del giudice Giovanni Falcone, e chiamato da tutti “l’albero Falcone”, è diventato oggetto di vandalismo o, come qualcuno sospetta, di intimidazione mafiosa. Un albero simbolo che dal 23 maggio del 1992 è divenuto meta di pellegrinaggio di studenti e cittadini, turisti e curiosi che, ponendo con un post-it il loro messaggio sul lenzuolo della pianta, hanno voluto contribuire al ricordo del giudice, di sua moglie e degli uomini della scorta. In questi anni i post-it hanno significato il riscatto di un’intera città.
Come tutti i luoghi simbolo, anche l’albero Falcone era esposto a possibili attacchi, ma il vero dolore è rappresentato dallo sfregio che si è voluto infliggere alla memoria di una comunità. Difficile dire a caldo se si sia trattato di un atto di vandalismo o di un’intimidazione mafiosa. Ma se la criminalità organizzata ha avuto bisogno di colpire il luogo simbolo della lotta alla mafia della comunità di Palermo, la leggerei come segno di nervosismo, di necessità di “marcare” meglio il territorio che magari avvertono mancargli sotto i piedi.
Perché mi chiedo, prendersela con un simbolo? Che fastidio possono dare ad un’organizzazione potente e criminale come Cosa Nostra migliaia di post-it messi da altrettante persone, non tutte palermitane ma tutte interessate ad una Palermo libera dalle mafie? Forse proprio questo: una comunità, quella dei post-it, che testimonia semplicemente ma quotidianamente che le mafie possono essere sconfitte, con gli atti quotidiani di legalità. Anche mettendo un post-it.