“Collisioni” tra culture
A Novello, nella Langhe, tre giorni con grandi nomi di musica, cinema e letteratura per mostrare l'identità positiva del nostro paese
Nel piccolo pese di Langa, Novello, sono arrivati per tre giorni grandi nomi della letteratura, della musica, della cultura e del giornalismo per "Collisioni" – titolo del festival – tra varie forme d’arte e tra le persone. Novello magicamente si trasforma in un grande contenitore dove si ascoltano letture come fossero concerti e dove la parola in musica e quella scritta non vivono due vite separate, ma si intrecciano, superando gli steccati, artistici e generazionali che le dividono, in un’atmosfera di festa completamente gratuita.
Un’occasione unica per vedere persone che apparentemente appartengono a mondi diversi, come Caparezza e Don Ciotti dialogare tra loro. Un momento in cui sentir parlare di cinema dai suoi protagonisti quali il regista premio Oscar Michael Cimino, e il direttore del Museo del Cinema di Torino Alessandro Barbera.
Nel corso del festival un momento speciale è stato quello dedicato a uno dei più importanti esponenti della canzone italiana: dopo la proiezione del film "Niente paura" di Piergiorgio Gay, Luciano Ligabue ha ritirato il Premio giovani 150° nell’ambito di Esperienza 150°. E la musica acquista uno spazio fondamentale anche attraverso la sua connotazione principale: il live rigorosamente gratuito in piena coerenza con lo spirito del festival. Artisti come Caparezza e Roy Paci non solo hanno coinvolto il pubblico con due concerti d’eccezione, ma con la loro presenza sostengono il progetto giovani di "Collisioni".
Ma l’happening non smette di perseguire il suo amore per i libri attraverso presentazioni letterarie che hanno toccato gli ambiti più diversi: da Francesco Bianconi, leader dei Baustelle, che ha presenta il suo romanzo d’esordio "Un Romantico a Milano" e dialogato con Paolo Giordano, l’autore de "La Solitudine dei numeri Primi", a Hanif Kureishi, uno dei maggiori scrittori viventi in lingua inglese, autore di capolavori come "Intimacy", che ha dialogaro con Gabriele Vacis presentando in anteprima nazionale il suo nuovo romanzo.
Tutto esaurito venerdì per Caparezza, sabato pomeriggio per Luciana Littizzetto e Luciano Ligabue. Domenica mattina l’incontro con lo scrittore William Least Heat – Moon con Paul Auster e Salman Rushdie seduti tra il pubblico e poi al pomeriggio seguitissima e appluditissima Maria Luisa Busi, ex mezzobusto del Tg 1 che ha presentato il suo libro "Brutte notizie". Ha colpito il pubblico il suo intervento che ha raccontato i retroscena della linea Minzolini, da cui la giornalista si è dissociata fino alle dimissioni di un anno fa. A partire dalle notizie mai date come quelle del dramma dei terremotati dell’Aquila. "Una città distrutta, un incremento pazzesco di suicidi, mille morti per malattie metaboliche da stress, fallimento di moltissimi matrimoni. È la distruzione di un tessuto sociale con il 700% di cassa integrazione, più di 1.300 persone ancora in alberghi e nelle caserme della guardia di finanza. Lo sapevate questo? No. Non è colpa vostra, nessuno ve l’ha mai raccontato. – spiega la Busi – L’Aquila è diventata un luogo simbolico del populismo mediatico. Cioè un luogo meta politico dove il film del governo del fare doveva essere rappresentato tanto è vero che non si tagliano più nastri a L’Aquila. Poi sono venuti anche a Roma gli aquilani e li hanno anche pestati perché volevano raggiungere Palazzo Chigi. Pochi frammenti di queste immagini in alcuni telegiornali che li hanno trasmessi. Non era mai accaduto prima".
La Busi parla poi dell’importanza dell’informazione televisiva "in un Paese dove – dice – l’83% della popolazione si informa attraverso il Tg 1 e il Tg 5, invece l’aspirazione è imporre un modello culturale che ci rende tutti uguali. Per mesi si va avanti con lo sciocchezzario negli ultimi mesi diminuito a favore delle clave mediatiche. Il vero problema è che in Italia è esploso il conflitto d’interessi, anzi, i conflitti d’interessi che ci pongono al 73° posto nel mondo per libertà d’informazione. Conflitto d’interessi quando il capo del governo ha tre televisioni, controlla due tg del servizio pubblico, ha dei quotidiani e magari attraverso quei quotidiani, attraverso il "metodo Boffo", ogni tanto terrorizza qualche altro quotidiano libero o qualche istituzione, o qualche giornalista. È un problema di democrazia.