Collateral
Vincent è un killer che deve eliminare cinque testimoni scomodi per conto della malavita, Max un tassista che ha avuto la doppia sfortuna di caricarlo sul taxi e di assistere casualmente al primo omicidio. È costretto quindi ad accompagnarlo da una vittima all’altra, mentre la polizia è sulle loro tracce. In una Los Angeles notturna che presto diventa il terzo protagonista del film, Michael Mann disegna uno splendido affresco metropolitano per riproporre l’eterno tema della lotta tra bene e male. Vincent è un uomo apparentemente privo di sentimenti e di qualsiasi riferimento etico al di là del fare bene il suo lavoro, ma è una disumanità solo apparente. Nel confronto con Max emerge a tratti, infatti, una personalità sfaccettata con una sua, seppur distorta, sensibilità. Max, invece, è solo un onesto e scrupoloso tassista che lavora sodo perché sogna di aprire un’impresa di noleggio di limousine tutta sua. Anche se in dodici anni dal suo taxi ne ha viste di tutti i colori, questa volta è diverso, perché quel male che era sempre riuscito a confinare fuori dall’abitacolo, ora è entrato e può distruggere i suoi sogni prima che la sua vita. La notte di Los Angeles è il luogo perfetto per questo duello, un inferno urbano cupo e disperato dominato dalla violenza e dalla paura. Il regista di Insider riesce a dare forza e spessore ad uno schema ampiamente frequentato, riuscendo a spremere ai personaggi ogni stilla di umanità, anche grazie alla solida sceneggiatura di Stuart Beattle che consente di scavarne a fondo la psicologia e alla bella prova della coppia di protagonisti, Tom Cruise, mai così personagelido e cattivo, e Jamie Foxx. A completare l’opera la straordinaria fotografia di Dion Beebe e Paul Cameron, che con le riprese dall’alto scolpiscono nel buio della notte una città terribile e incantata. Collateral è vero capolavoro, e Michael Mann si conferma un regista prodigioso, in piena crescita artisitica. Regia di Michael Mann; con Tom Cruise, Jamie Foxx, Jada Pinkett, Mark Ruffalo. Cristiano Casagni