Cn day. Cittadini attivi a Torino
Anche noi a Torino siamo stati uno dei punti che hanno collegato virtualmente tutta l’Italia nella stessa passione civile.
Per raccontare le iniziative civili sul territorio, continuare il percorso iniziato a LoppianoLab e presentare le novità del gruppo editoriale con le nuove sperimentazioni ci siamo trovati in un centro sociale della "periferia del centro storico". Parola d'ordine la "solidarietà". Oltre ad un discreto pubblico, discretamente numeroso, erano con noi due autori di una novità di Città Nuova: Patrizia Bertoncello e Riccardo Bosi, co-autori di "Bambini nei guai".
Mentre noi grandi eravamo impegnati a parlare, i bambini ed i ragazzi si impegnavano in una serie di giochi e role play sui loro possibili guai.
Per il Città Nuova day è stata scelta un'opera emblematica dell'impegno civile, della legalità e della costruzione di una Cittadinanza attiva in cui coralmente e a tutto tondo i grandi danno voce ai bambini ed i bambini con la loro passione danno vita (intesa come slancio e forza di esistere) allo sforzo dei grandi.
Il mettersi assieme di quattro differenti professionalità di per sé è già un'inedita provocazione alla collaborazione tra le istituzioni. Esempio di un "fare sistema".
Ma il libro non si ferma qui. Gli autori ci accompagnano e ci aiutano a porci in una prospettiva particolare: non guardare le cose dall'alto e agire ma mettersi nei panni di questi piccoli e dar loro voce, farsene eco e cassa di risonanza. Sono le loro voci, i racconti delle loro esperienze a dare tono e spessore al libro. Senza sarebbe vuoto; leggendo anche solo gli stralci delle loro storie si capisce moltissimo.
Patrizia e Riccardo si alternano a raccontare di Rosalinda, di Emma, Andrea, Alena … e le loro parole ci travolgono come un'ondata di emozioni. E come l'onda lascia sulla sabbia l'ombra di sé le storie vive lasciano in noi il desiderio e l'impegno di fare parte di questo gioco, vivere buone prassi, fare sinergia, interconnettersi, operare fin da subito, prima che sia troppo tardi.
Riecheggia un proverbio africano "Per educare un bambino ci vuole tutto un villaggio" e la saggezza popolare sottolinea che ciascuno è interpellato quando ci sono di mezzo i piccoli; e se qualcuno si ferma al proprio orario o mansionario o ai vincoli di bilancio è tutta l'umanità che ci perde e lui perde la sua umanità.
Ed intanto i bambini fuori, in cortile, giocano e si fanno sentire. …
E sono eco di quel "meticciato" che gli autori auspicano ed augurano come elemento forte e seme di speranza per un mondo unito. I bambini si vedono tra loro come bambini, di norma non vedono e non vivono le differenze come ostacoli. In questo ci sono di esempio. Ed ecco un'altra delle ricchezze del libro: ci propone la bellezza del melting pot, l'amalgama dei popoli. Le competenze che si sviluppano nell'inclusione sono uniche e non maturabili in altri contesti.
Il tempo dell'incontro vola in un attimo, gli interventi del pubblico sono partecipi, le voci hanno il timbro di chi è coinvolto profondamente, il dialogo è schietto. Emerge la difficoltà dell'andare controcorrente, ma anche la potenza del mettersi in gioco cercando di fare rete. Nel dibattito col pubblico emerge anche che il discorso non si chiude riferendosi a insegnanti, educatori, operatori del mondo dell'infanzia, ma si apre a tutti: «Perché ognuno di noi entra in contatto con bambini "nei guai" per i motivi più disparati e senza volerlo può rappresentare un punto di appiglio e/o di appoggio nella loro crescita, fosse anche solo per una piccola parola detta o un sorriso o un abbraccio dato». E con questa sottolineatura che riempie i cuori di tutti, riprendiamo fiato. Veramente Città nuova ed i suoi amici ci aiutano ad avere una visione più ampia, a respirare a pieni polmoni prima di entrare nella vita. Vita da vivere sempre più "insieme"!
Ci si lascia per l'apericena finale, contenti di aver scoperto un nuovo tassello di mondo unito, di aver messo in evidenza un percorso possibile. Ottimisti perché chi lavora con i bambini scommette sul futuro.