Clima rovente, anche in politica

Ci attendono giorni molto caldi e non solo per l’arrivo di “Caronte”, l’anticiclone nord-africano a matrice subtropicale che ha investito il nostro Paese. Anche il clima politico si surriscalda, per alcuni nodi che giungono al pettine
Silvio Berlusconi

Il meteo. Un’ondata di calore ha iniziato ad investire il Paese, a causa del rovente anticiclone “Caronte” proveniente dall’Africa sahariana. Secondo le previsioni meteo ne avremo per una settimana, almeno fino al 31 luglio. L’allarme-caldo viene stimato al “livello tre”.

Le temperature massime dovrebbero superare i 35 gradi in gran parte della penisola (ad eccezione, pare, delle regioni del nordovest). E se si tiene conto del surplus di calore dovuto all’umidità dell’aria, la “temperatura percepita” dall’organismo, in molte località, potrebbe anche toccare e superare i 40 gradi. Prepariamoci.

La politica. Sarà una coincidenza, ma proprio nella stessa settimana si surriscalda anche il clima politico. Per i tanti temi sul tappeto. Si ricorre al voto di fiducia alla Camera sul ‘decreto del fare’, e il Movimento 5 Stelle annuncia l’ostruzionismo. È scontro aperto sulla legge contro l’omofobia, che andrà venerdi in aula. Continua il braccio di ferro sull’Imu (abolizione tout court o modifiche sostanziali e puntuali?). Sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti vi sono fibrillazioni e retromarce: il governo punta ad approvare la legge prima della sospensione estiva, con l'obiettivo di arrivare in aula entro il 26 luglio, ma sono 150 gli emendamenti presentati al testo. Si riapre il caso kazako, con l’intervento del ministro Bonino. E non è ancora chiaro come trovare copertura finanziaria per il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga (in scadenza a fine agosto).

E poi c’è l’equivalente del surplus di “temperatura percepita” da parte delle formazioni politiche, rappresentato dal processo a Berlusconi (al centro nella foto) sui diritti Mediaset: il 30 luglio ci sarà il verdetto definitivo della Cassazione. Una scadenza che pesa come un macigno sul panorama politico (la maggioranza delle larghe intese) e persino sulle sorti del governo. In caso di conferma delle sentenze di primo e secondo grado (4 anni di reclusione e interdizione dai pubblici uffici) «sarebbe inevitabile il ricorso alle urne»: lo ha affermato l’onorevole Renato Brunetta a Porta a porta, lo stesso che giorni addietro aveva proposto un ‘patto di legislatura’.

Un po’ di frescura? Ci viene da papa Francesco, questo straordinario pontefice che monta sull’aereo per Rio de Janeiro portando da solo la sua borsa, e che si sposta lungo le strade della citta carioca a bordo di una modesta Fiat Idea. Durante il volo di trasferimento non concede interviste, ma lancia un appello al mondo politico per i giovani senza lavoro (74 milioni nel mondo): «Siamo abituati a una ‘cultura dello scarto’. Abbiamo il rischio di avere una generazione che non ha avuto lavoro, e dal lavoro viene la dignità della persona».

Tengano conto di queste parole anche Governo e Parlamento italiano.

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