Clima: appello ai liberisti
Negli ultimi giorni abbiamo assistito ad esternazioni di alcuni professori, con poca o nessuna esperienza di ricerca sui cambiamenti climatici, che hanno espresso opinioni su questo tema. Queste opinioni sono state più e più volte confutate attraverso dati e risultati scientifici pubblicati sulle migliori riviste internazionali del settore (si veda, ad esempio, la bibliografia dei rapporti di Intergovernmental Panel on Climate Change, IPPC).
Come scienziati del clima, che da anni lavorano su questo tema e contribuiscono attivamente con numerose pubblicazioni specialistiche in materia al dibattito scientifico internazionale, vorremmo dire chiaramente che la lotta ai cambiamenti climatici non è un’opzione, bensì una scelta obbligata, perché ciò a cui porteranno i cambiamenti climatici – se non li fermiamo – rischia di avere effetti molto gravi per gli ecosistemi, l’economia e la stabilità del nostro Paese.
I rapporti dell’IPCC (e l’accordo di Parigi che li recepisce) sottolineano chiaramente che, se vogliamo evitare i danni peggiori dovuti al riscaldamento globale e ai conseguenti cambiamenti climatici, dovremo fare in modo che la seconda metà di questo secolo sia ad emissioni nette di carbonio zero. Si tratta di un messaggio chiarissimo ai decisori politici, agli economisti, ai businessmen: il carbone, il petrolio, il gas naturale non hanno futuro. Il business del futuro non potrà che essere sostenibile. Siate i primi a farlo e ne potrete cogliere opportunità e vantaggi.
In questo quadro, abbiamo notato che gli interventi di questi professori, pur se ospitati da media anche di diverso orientamento, spesso sono stati guardati con favore soprattutto dai media favorevoli ad una visione liberista dello Stato e dell’economia.
Ridurre le emissioni di gas serra non è però una scelta né di sinistra né di destra, di liberisti o non: sulla base delle conoscenze che abbiamo, è l’unica azione che possa realmente ridurre la probabilità di impatti gravemente negativi su tutti, in particolare su una grande parte della popolazione mondiale che ha a disposizione poche risorse per adattarsi a un clima diverso da quello attuale.
Crediamo che questo atteggiamento di apertura verso la negazione del problema climatico nasca da un equivoco, da mancanza di informazione o misinformazione. La richiesta di azioni che portino ad una riduzione radicale ed urgente delle emissioni di gas serra, indicata chiaramente dalla scienza del clima negli ultimi decenni, infatti, è stata accolta – comunque con ritardo – per primi da coloro che invocano un’alternativa al sistema liberista e hanno legato la lotta alla crisi climatica ad un’agenda politica di intervento pubblico. Ma in realtà nessuno sa quale equilibrio di mercato, regolamentazione, leva fiscale e interventi pubblici sia necessario per vincere questa sfida colossale e progettare un modello economico sostenibile.
Non si rimanga abbagliati da questo equivoco per dare spazio a opinioni già confutate dalla scienza e giustificare così l’inazione. In questa situazione, abbiamo bisogno di salire tutti sulla stessa barca. La soluzione del problema climatico richiede unità di intenti: il clima, per la sua inerzia e la rapidità con cui siamo obbligati ad agire, necessita di politiche condivise e non ondivaghe. Abbiamo bisogno delle migliori energie del Paese, anche imprenditoriali, per far fronte a questa sfida.
Non continuiamo a dare spazio a notizie false. Il problema è serio e va affrontato urgentemente, ed è necessario che i media diano il loro contributo per informare in modo corretto.
Non perdiamo altro tempo. Anziché ascoltare i “mercanti del dubbio”, diamo spazio alla nostra creatività per disegnare un futuro migliore.
Antonello Pasini, fisico del clima, CNR, Roma
Carlo Barbante, chimico e paleoclimatologo, Università Ca’ Foscari, Venezia
Roberto Buizza, fisico-matematico, Scuola Superiore Sant’Anna, Pisa
Susanna Corti, fisico meteo-climatologo, CNR, Bologna
Silvio Gualdi, fisico meteo-climatologo, CMCC, Bologna, presidente della SISC (Società Italiana per le Scienze del Clima)
Piero Lionello, fisico meteo-climatologo, Università del Salento e CMCC, Lecce
Stefano Tibaldi, fisico meteo-climatologo, CMCC, Bologna