Class Action

«Mi sono arrivate, da amici, richieste di adesione ad una “class action” per i danni che ricevo come viaggiatore pendolare. Cosa significa?». U.T. - Cesano di Roma
Gente

Viaggiare in piedi in condizioni precarie, senza litigare con il malcapitato vicino sul treno. Che siano giovani, donne o anziani con problemi di salute, si tratta, comunque, di un gruppo omogeneo che può chiedere l’applicazione dell’articolo 140-bis del Codice del consumo in vigore dal 2010. È un’azione collettiva risarcitoria (Class Action) che cerca di equilibrare i poteri del singolo verso grandi organizzazioni. Celebre il caso curato da Ralph Nader, negli Usa, che nel 1965 riuscì ad essere risarcito dalla General Motors per problemi di sicurezza presenti in certi modelli di auto. È una pressione che induce a non mettere in circolazione beni o fornire servizi che possono rivelarsi nocivi, come i prodotti finanziari “tossici” venduti ai clienti dalle banche.

L’iter della legge italiana era stato avviato anche in risposta ai recenti scandali finanziari, ma la versione finale ne ha limitato l’applicazione solo ai casi successivi al 16 agosto 2009. Ovvie le critiche delle organizzazioni dei consumatori che, tra l’altro, non sono state riconosciute come soggetti titolari della Class Action. L’azione rimane attivata da un singolo, assistito, se vuole, dall’associazione, a cui possono aggiungersi altri singoli. Se il giudice la considera ammissibile, ne fa dare notizia pubblica per l’adesione di coloro che si trovano nella medesima situazione e decidono di rinunciare all’azione individuale: la sentenza finale e il possibile risarcimento riguarderà solo loro.

La procedura interessa solo consumatori e utenti legati a forme contrattuali. Sono escluse, diversamente dal modello anglosassone, azioni collettive per i danni da inquinamento ambientale. E nelle cause contro la pubblica amministrazione il risarcimento non è in denaro. L’applicazione concreta può riservare delle novità interpretative. Notizie sulle azioni in corso si trovano su siti associativi come, ad esempio, www.classaction.it.

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