Claretta Dal Rì e la sua scelta di Dio

È scomparsa oggi una delle prime amiche di Chiara Lubich, la fondatrice dei Focolari. Riproponiamo un suo articolo di qualche anno fa, in cui racconta il suo incontro con l'ideale dell'unità. Il funerale sarà celebrato sabato 27 febbraio alle 10.30 presso il Centro mariapoli di Castel Gandolfo (nella foto)
Castel Gandolfo

Dicembre 1948. Nello studio di mio padre stasera è riunita tutta la crème dell’ambiente cattolico di Rovereto: i presidenti dei giovani di Azione Cattolica, della San Vincenzo, delle Figlie di Maria, del Terz’Ordine francescano, il parroco naturalmente. E ci sono io, diciott’anni, presidente della Gioventù studentesca.

 


L’oratrice è Valeria Ronchetti (tra le prime compagne di Chiara Lubich, n.d.r.). C’è qualcosa in lei che mi sorprende: parla di Dio, ma non come ne ho sentito parlare finora da altre persone; non è qualcosa di esterno, di studiato: Valeria lo possiede! Lei esprime qualcosa che le urge dal cuore, e che straripa con forza… Ne resto scioccata.



È un racconto di guerra, sono esperienze su quel che ha trovato nel Vangelo con le sue compagne, su come hanno scoperto Dio che è Amore; è un torrente d’acqua viva che mi sommerge. A lume di candela, perché è venuta a mancare la corrente elettrica, un signore attempato e molto serio le chiede un po’ ironico: «Ma non ha paura, signorina, di entusiasmare la gioventù così? E se poi fosse un fuoco di paglia?».



Valeria è un tipo veramente entusiasta, tutto fuoco nel parlare e altrettanto nelle risposte. Scatta in piedi e con veemenza dice: «Come? Non si ha paura di entusiasmare la gioventù per lo sport, la musica, la pittura, la montagna, tutte cose belle ma che passano; e si ha paura di entusiasmare per Dio che è l’unico che resta?».


Grande silenzio. Io rimango letteralmente presa. La montagna, la musica, la pittura… Non avevo provato fino ad allora tutto ciò? Quanto di sano e di bello si può avere l’avevo toccato, mi aveva occupato magari per anni, ma nulla mi aveva riempito veramente. In questa ricerca, ero rimasta sempre insoddisfatta.
Ma allora è qui il punto, è questo che cerco: è Dio la risposta a quest’ultimo periodo d’insoddisfazione, di solitudine, di confusione nelle compagnie, di attivismo, di noia.



Nello studio tutti se ne vanno, salutando Valeria con giovialità e sorrisi. Ma non mi pare che abbiano capito veramente qualcosa di quanto ha detto.
Mi chiedo: se lei può avere quello di cui ha appena parlato – e lo si vede in maniera lampante – perché non posso averlo anch’io? E a questo punto mi viene in mente un detto di sant’Agostino: «Se questi e quelli, perché non anch’io?».
Tendo la mano a Valeria: «Voglio fare come te, aiutami!». Ci salutiamo e ci diamo l’appuntamento per l’indomani.

Incomincia l’avventura.

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